giovedì 9 agosto 2012

la sismologia al tempo dei social network


06/06/2012

Ho cercato lungamente di tacermi… ma non gliel’ho fatta. Allora, come ben sapete, nei giorni scorsi l’Emilia-Romagna  è stata oggetto di forti fenomeni sismici, i comuni di Finale Emilia e Mirandola, tra i più colpiti, sono diventati simbolo di questa disgrazia, sono luoghi che ben conosco, essendoci stato, e vederli ridotti così non lascia certo indifferenti. Purtroppo l’attività sismica è tutt’altro che conclusa e questo rende difficile i soccorsi, la conta dei danni, l’avvio della messa in sicurezza degli edifici, paralizza di fatto la quotidianità di quelle zone e soprattutto ciò fa sì che le popolazioni restino in uno stato di ansia perenne.
Conditeci il tutto con le polemiche e le pochezze tipicamente italiane e il gioco è fatto.
E’ noto l’Italia è un paese a forte rischio sismico, in maniera piuttosto diffusa, poiché, e non colpa nostra stavolta, si trova proprio su una zona ad intensa attività tettonica , basti pensare che siamo nel mezzo di due orogenesi (formazione di montagne) tutt’ora in atto, quella appenninica e quella alpina, il tentativo destinato a fallire, ma che comunque ci prova, del Tirreno di diventare un oceano e il progressivo avvicinamento della  placca africana  a quella europea, con conseguente chiusura del Mar Mediterraneo e schiacciamento della nostra penisola su quella balcanica. Ovvio, sono fenomeni di cui non vedrete la conclusione (io sì, essendo notoriamente un Highlander) poiché destinati a protrarsi per qualche milione di anni, ma che nel mentre qualche effetto lo danno. 
Effetti, appunto, tutta questa attività tettonica, oltre a rendere più agevole tra qualche tempo i flussi migratori da Africa e paesi dell’est verso di noi, per la gioia dei leghisti, e superfluo il ponte sullo stretto di Messina, rende assai sismicamente attivo il nostro paese, come mostra quanto visto in Emilia e altrove in passato. Si aggiunga poi una certa attività vulcanica, qui e là, nello stivale.
In particolare nel caso Emiliano, ci troviamo di fronte alla riattivazione di strutture di faglia, o alla messa in moto di nuove, ubicate nella parte nord della catena Appenninica, poste in profondità nella pianura padana (poiché la catena montuosa continua sotto la coltre sedimentaria della pianura), la cui attività è, appunto, collegata con l’orogenesi degli Appennini. Le rocce, che sono corpi di fatto rigidi-fragili, possono assorbire per poco le grandi spinte che questi processi esercitano, poi si spaccano, liberando energia, creando strutture lungo cui avviene il movimento, come le faglie appunto, e si genera l’attività sismica, che in questo caso è collegata a un movimento tettonico.
Ora spiegato il meccanismo, potremmo ragionare sull’importanza di mappare e tenere aggiornata la mappatura del rischio sismico di questo paese, cercando di elaborare normative conseguenti in tema di costruzioni, non che di eseguire controlli affinché queste siano rispettate e affinché siano messi in sicurezza gli edifici più vetusti, in particolare quelli di pregio storico, tutte cose che questo paese fa a fatica e sperperando pure malamente molti soldi, ma non è questo che mi infastidisce. Non almeno in prevalenza.
Mi urta profondamente, che se un qualsiasi onesto studioso/professionista/esperto in tematiche sismologiche (quindi qualcuno di ben più titolato del sottoscritto) spieghi quanto sopra esposto, con dovizia di dati ed evidenze, viene guardato alla meglio con sufficienza, alla peggio con disprezzo, rispetto al primo che si documenta su Wikypedia (con rispetto di questo meraviglioso strumento) e spiega che il sisma è colpa di una tecnica di perforazione (per altro arcinota) detta “fracking” e di vari complotti di quelle carognone delle compagnie petrolifere in combutta con gli squallidi politici.  Tralasciando i giudizi sui politici e le Oil Companies, a nulla serve se l’esperto di cui sopra, sempre dati alla mano spiega alle masse che ciò non può essere credibile, che sì il fracking è una tecnica invasiva che consuma un sacco di acqua in pressione per aumentare la fratturazione delle rocce serbatoio per estrarre idrocarburi (e quindi, caso mai ci dovremmo arrabbiare per lo spreco di acqua), ma che per fare un sisma di più di 4,5° Richter si dovrebbe perforare usando il raggio distruttore della Morte Nera di Guerre Stellari, e che, comunque, gli ipocentri dei sismi avvenuti sono assai più in profondità di dove potrebbero essere le presunte perforazioni, che in ogni caso la  sismicità legata  a scavi sotterranei, oltre che meno intensa è soprattutto molto localizzata e non si sposta lungo strutture tettoniche. Non serve a nulla. 
E’ colpa del fracking, lo dice l’amico dello zio, che l’ha visto sul pc del nonno di quello che c’ha il bar che ha visto una bella immagine su google e l’ha postata su facebook e c’ha scritto grande come una casa INOLTRATE ECCO DI CHI E’ LA COLPA DEL TERREMOTO – LA VERITA’ CHE NON CI DIRANNO! E voi se non lo divulgate vi sentite complici. E quindi il sismologo, notoriamente prezzolato dei poteri forti, non ci venga a raccontare la balla dell’orogenesi appenninica, che si fotta lui e tutta la teoria della tettonica  a placche.
Sono Geologo e sono incazzato. Perché in questo paese si preferisce farsi vendere del fumo, che ragionare  e selezionare le fonti. Siamo destinati ad una triste deriva. Per fortuna… a dicembre si finisce di tribolare. Ho visto un post in Facebook che dimostra che i Maya hanno predetto che ci scontreremo con un planetoide che viene da una galassia non identificata. E si fottano gli astronomi che dicono che non è vero!

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