giovedì 9 agosto 2012

Geologia del Paesaggio - memorie del GT 2011



Con il termine Geosito, secondo la definizione corrente, si indicano i beni geologico-geomorfologici di un territorio, intesi quali elementi di pregio scientifico e ambientale del patrimonio paesaggistico. Quelle architetture naturali, o singolarità del paesaggio, che testimoniano i processi che hanno formato e modellato il nostro Pianeta. Forniscono un contributo indispensabile alla comprensione scientifica della storia geologica di una regione, e rappresentano valenze di eccezionale importanza per gli aspetti paesaggistici e di richiamo culturale, didattico - ricreativi. I Geositi sono BENI naturali non rinnovabili e rappresentano una risorsa che va studiata e censita come componente del paesaggio da proteggere e salvaguardare. L’attuale assetto normativo, prevede che tali realtà siano censite, secondo protocollo ISPRA a livello regionale, anche se è, poi, facoltà delle Province, vedi il caso di quella di Venezia, censirne di “propri”, ed evidenziati in sede di elaborazione di strumentazione di pianificazione urbanistica e siano, per tanto, considerati nella fase di realizzazione d’interventi sul territorio. Anche se come questo debba avvenire nel concreto la normativa non lo dice in maniera troppo esplicita.
Dalle definizioni della Convenzione Europea sul Paesaggio 20 ottobre 2000, apprendiamo che:
a. “Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;
b. “Politica del paesaggio” designa la formulazione, da parte delle autorità pubbliche competenti, dei principi generali, delle strategie e degli orientamenti che consentano l’adozione di misure specifiche finalizzate a salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio;
c. “Obiettivo di qualità paesaggistica” designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita;
d. “Salvaguardia dei paesaggi” indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano;
e. “Gestione dei paesaggi” indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali;
f. “Pianificazione dei paesaggi” indica le azioni fortemente lungimiranti, volte alla valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.
Come si nota, la gestione del paesaggio e la sua stessa definizione sono concepiti molto in relazione al parametro architettonico, ossia evidenziando l’interazione tra questo e la popolazione (umana) residente; è molto meno percepibile la questione del Paesaggio come risultato di processi di natura geologica (o in tempi più recenti, antropica) su elementi geologici. Il paesaggio come manifestazione di processi geologici non è un concetto diffuso, questo, probabilmente è in larga parte dovuto al fatto che il concetto stesso di paesaggio, non che la sua gestione, è stata lasciata ampiamente in mano ad architetti, paesaggisti e urbanisti, che spesso hanno del paesaggio un concetto soprattutto estetico o di spazio da “arredare”.
Caso esemplare può essere l’alterazione del corso fluviale, senza badare ai processi di modellazione idraulica: pensiamo al caso di tagli artificiali di meandri, per esigenze urbanistiche, in fiumi meandri formi, azioni che generano, poi, processi di esondazione o erosione in aree precedentemente non soggette da tali fenomeni.
E’, dunque, innegabile che ciò che noi vediamo è il frutto della modellazione di forze geologiche e poi umane, su un substrato originato dai processi geologici. Chiaro, quindi, il ruolo che il Geologo può e deve avere nella gestione/interazione sul paesaggio e nella sua comprensione. Tutelare un paesaggio, un geosito, può voler dire tutelare dei processi naturali necessari anche al sostentamento umano. Pensiamo al caso della tutela delle fasce di ricarica delle falde acquifere o della zona delle risorgive, zone cruciali per preservare le tanto necessarie risorse idriche sotterranee e superficiali.
GT_scelto_bis.GIFL’Associazione scientifico-culturale “il Reggipoggio”, che si occupa di promuovere la conoscenza ambientale e la cultura geologica, sulla scorta di tali riflessioni, nel periodo compreso tra il 13 e il 19 agosto ha intrapreso il “Geo-Transect Veneto 2011”: traversata a piedi e in bicicletta in 7 tappe, dalle Tre Cime di Lavaredo a Ca’ Roman, in Laguna di Venezia, circa 47 km percorsi a piedi e 195 in bicicletta, per unire i due siti, patrimonio UNESCO (le Dolomiti e la Laguna di Venezia), non che due geositi ufficiali della Regione Veneto. Scopo del viaggio l’osservare il paesaggio veneto in continua evoluzione, tanto continua che se ne perde la memoria e visionare lo stato dei geositi lungo il tragitto. L’iniziativa, ha visto un nutrito gruppo di Geologi ed escursionisti tra i partecipanti, ha avuto il patrocinio della Società Italiana di Geologia Ambientale, delle Province di Treviso e Venezia, dei comuni di Zoldo Alto e Chioggia. Nel corso del viaggio sono stati incontrati amministratori, cittadini, associazioni, studiosi, turisti e viaggiatori, insieme a loro si è ragionato dei temi dell’iniziativa. Grande rilievo sui media, con numerosi articoli sul Corriere, il Gazzettino, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso e su siti internet e blog, segno che i Geologi possono riuscire a farsi ascoltare. Prossimamente la grande mole di dati, immagini, testimonianze raccolte sarà restituita attraverso pubblicazioni e convegni.
Durante il percorso si sono scoperti luoghi, che per particolarità geologiche, meritano il titolo di Geosito e l’associazione si farà carico di promuoverli in tal senso nei confronti della Regione Veneto, mentre si è altresì riscontrata la scarsa valorizzazione di molti dei Geositi ufficiali.pelmetto, dinosauri
È emersa chiaramente la necessità di promuovere i geositi, che non necessariamente devono essere luoghi di turismo di massa (anche perché non tutti hanno l’attrattiva per esserlo), ma sicuramente devono essere indicati e riconoscibili, da questo punto di vista manca la benché minima segnaletica in materia. Un metodo può essere certamente la creazione di percorsi didattici attraverso di essi, percorsi che devono il più possibile basarsi su viabilità pedonale e ciclabile, al fine di permettere di meglio apprezzare e capire tali luoghi e riscoprire il territorio in cui si collocano. Da qui anche la necessità d’implementare i percorsi pedonali e ciclabili, che nel corso di questa traversata sono apparsi troppo spesso assenti o abbandonati o discontinui, al di là della segnaletica di presunti itinerari, più sulla carta che non nella realtà.
Crediamo che questo sia un modo concreto, per dei Geologi, di operare in modo effettivo per la tutela e la valorizzazione del territorio e della promozione della conoscenza geologica nella società.

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