lunedì 2 luglio 2018

Rifiuti NELLE Emergenze

Rassereniamo subito gli animi, non sarà il solito pezzo che racconta le difficoltà del sistema di gestione rifiuti in questo paese a causa dei ritardi nella creazione di infrastrutture impiantistiche adeguate, delle norme farraginose, della burocrazia e delle chiusure preconcette delle comunità locali, avremo modo di divertirci più avanti su questa questione. Con questo articolo, si voleva porre il tema su una questione diversa. Ovverosia la gestione dei rifiuti derivanti da eventi calamitosi. Se ne parla in un interessante articolo, cui vi rimando, scritto da Pizzi e Lucignano, contenuto nella monografia dedicata alla questione sismica in Italia, redatto dalla SIGEA. La monografia raccoglie contributi sul tema disastri sismici, affrontando i molteplici aspetti della questione, compresa la gestione degli eventi, la ricostruzione e ovviamente la gestione dei rifiuti da Disastro. In un evento come un sisma, passato l'evento e soccorse le vittime, di solito, diviene prioritaria la ricostruzione e la riconsegna dei luoghi agli abitanti. Lo sgombero delle macerie è pertanto elemento non secondario, si vorrebbe solitamente che ciò fosse fatto presto, ma la questione non è così semplice. In primis perché i rifiuti in questione, non sono semplici rifiuti da demolizione, ma sono qualcosa di decisamente più complesso ed eterogeneo. Una gestione intelligente delle macerie, può consentire una riduzione non secondaria dei costi della ricostruzione e mitigare gli impatti sull'ambiente. 
Infatti, sebbene il ricorso a discarica potrebbe sembrare la soluzione più semplice, va segnalato che ciò ha dei costi molto forti e potrebbe, poi, pregiudicare l'ordinarietà della gestione dei rifiuti (cioé quelli prodotti in contesto normale), provocando la saturazione degli impianti di discarica. Una gestione, pertanto, che ne consenta attività di recupero, selezione e contenimento dello smaltimento, sono senz'altro preferibili. Ma non sempre tali pratiche sono facilmente applicabili in quei contesti. Ci può essere carenza d'impianti, oppure norme che non facilitino tali gestioni in quei contesti. L'articolo propone diversi di casi di studio, evidenziando come spesso siano stati necessari interventi normativi ad hoc, che consentissero talora il poter conferire fuori regione taluni rifiuti, talora l'attivazione di procedure d'urgenza per avere zone di deposito. Nei casi di studio visti - particolamente in quello abruzzese - va segnalato come si sia riusciti attivare meccanismi davvero efficaci anche per la tracciabilità dei processi di gestione rifiuti, altro aspetto decisamente importante, specie in eventi comque i disastri sismici, dove l'abbondanza e la subitaneità di rifiuti da gestire e la necessità di essere celeri nell'allontanamento potrebbe suscitare gli appetiti di taluni circuiti decisamente non virtuosi, che in un  modo o nell'altro potrebbero entrare in gioco. Nel caso abbruzzese invece, si è riusciti a organizzare un processo di gestione, ma sopratutto di suo monitoraggio in tempo reale e tracciabilità dei percorsi, in tempi rapidi e con schemi chiari e rigorosi. Un modello che, fatte le dovute revisioni e correzzioni si potrebbe ipotizzare di replicare a scala nazionale, sicuramente risulterebbe meno farraginoso, complicato e complicante di quello che è stato, o sarebbe dovuto essere il SISTRI, paradigma non solo dell'approccio delle Istituzioni alla gestione rifiuti, ma più in generale del Paese nel suo insieme.
L'articolo pone anche il tema di prevedere strumenti normativi più adeguate a contemplare le fattispecie oggetto di discussione, evitando di dover ricorrere a normative ad hoc o a deroghe alle esistenti, spesso fonte di discrezionalità o dilazione dei tempi. Ci si permette di aggiungere, ad ulteriore spunto di riflessione, che si dovrebbe ipotizzare una procedura che consenta di attivare alla bisogna siti di stoccaggio/trattamento temporanei, ove poter eseguire attività di recupero, le aree dovrebbero essere facilmente atrezzabili e dotabili di impiantistica mobile (ormai esiste un ampia gamma di macchine mobili per il trattamento di rifiuti solidi). Le aree in questione, potrebbero essere mappate e prevalutate negli aspetti principali (disponibilità, accessibilità, dotazioni...) e venire inserite nel piano di emergenza, inoltre si potrebbe pensare a delle sorta di procedure di pre-screening, che considerino già le matrici ambientali. In questo modo in caso di emergenza, si disporrebbe già di una sorta di piano d'azione per la gestione rifiuti.
Diversa e più complessa è la questione dei rifiuti da disastro, se si invece di sisma parliamo di alluvione, in quanto i problemi di contaminazione, di movimentazione e contenimento/stoccaggio diviene molto più complessa. Sarebbe interessante leggere una rassegna di casi di studio per questa tipologia di eventi, al fine anche qui di poter trarre alcuni spunti di ordine più generale.