domenica 3 aprile 2016

Piccoli rifiuti, grandi problemi

Nel recente collegato ambientale si è introdotta una norma, salutata come  segnale di una maggior civiltà ambientale e come forte richiamo al senso civico individuale, persino dal FATTO. Tali rifiuti rappresentano un problema serio. Quantitativamente sono la frazione principale nei rifiuti da spazzamento stradale. Si stimano in 72miliardi le cicche buttate in Italia all'anno (fonte ENEA). Sono poi un problema per le sostanze rilasciate in ambiente e per  costi di raccolta/trattamento, come rileva la  Campagna ENEA, che prende origine da uno Studio ENEA del 2009, tale studio evidenzia che la mole di mozziconi dispersi in ambiente si calcola produca una immissione di:
  •  324 tonn. di Nicotina, alcaloide volatile, facilmente solubile in acqua, tossica per gli organismi acquatici e pericolosa se entra nelle catene trofiche;  
  •  1.800 tonn. di Composti Organici Volatili (COV), derivano dal processo di combustione del tabacco e possono essere benzene, acetone, formaldeide, toluene etc... per darvi un'idea gli stessi composti che troviamo in vernici, smacchiatori etc.. sono irritanti per le mucose, alcuni noti cancerogeni, volatili, quindi facilmente disperdibili in atomosfera, dove, a seguito dell'interazione con i raggi UV possono dare origine ad altri composti ossidanti a elevata pericolositò per la salute e l'ambiente.
  • 21,6 tonn. di Ammoniaca e Acido Cianidrico, l'ammoniaca è tossica per gli ecosistemi acquatici, l'acido cianidrico è un potente veleno, se entra nelle catene trofiche interferisce con il trasporto dell'ossigeno nel sangue.
  • 1.440 tonn di Catrame e altro materiale condensato, mano a mano che si accumulano nell'ambiente e quindi nei tessuti degli organismi che ci vivono (quindi anche i nostri) accelerano i processi dell'invecchiamento cellulare, in particolare delle cellule polmonari e cardiache.
  • 1.872 tonn di Polonio 210, proprio l'ingrediente principale delle zuppe alla Putin, ma che si fissa nel tabacco, con tassi variabili a seconda delle località e modalità di coltivazione, è un elemento radiattivo, ad elevato potenziale di cancerogenicità.
  • 12.240 tonn. di Acetato di Cellulosa, tale sostanta non è biodegradabile, ma fotodegradabile, tende cioé a sgretolarsi in micro particelle ed ad entrare nelle catene trofiche, con rischi di avvelenamento del biota.
Sappiano gli amanti delle "sigarette fai da te" che il filtrino che si usa per le "cartine", è pure peggio, perché essendo più ridotto, interferisce ancora meglio nelle catene alimentari.
Si aggiunga che questo tipo di rifiuto ha anche il problema della persistenza, come ben rivela uno studio italiano,  che fa si che sia difficilmente biodegradabile (soprattuto per la forte presenza di Acetato di Cellulosa) e che, perciò, rilasci sostanze in ambiente per un periodo lungo e che per altrettanto possa entrare nelle catene trofiche. La ricerca sulla decomposizione dei filtri di sigaretta, rivela come dopo un primo decadimento nel primo mese dalla dispersione in ambiente  di circa il 15% in peso, al massimo vi sia una decomposizione di massa del 37,8% dopo due anni, valore che si abbassa in terreni sabbiosi a ridotto contenuto d'azoto. Infatti, i mozziconi hanno vari elementi che li rendono resistenti alla decomposizione batterica. La composizione dei filtri di materiali cellulosici acetati, in primis, la tossicità degli elementi rilasciati su citati, che provoca una moria delle popolazioni batteriche e la povertà di nutrienti, quindi, in terreni "poveri" tale fenomeno è magnificato - come è ben evidente sulle spiagge, la dispersione in terreni vegetali e l'esposizione al sole tende a facilitare l'attacco batterico anche se in modo non eclatante, tanto che, comunque, per la biodegradazione di questi rifiuti, pur di modeste dimensioni, si ragiona in anni (4-5).
Orbene la norma introdotta, che pare voler essere di contrasto a tale inciviltà, di fatto è mitigatrice, infatti sino al primo febbraio 2016 vigeva quanto previsto dall'art. 205 del 3 dicembre 2010, che aveva eliminato le distinzioni per l'abbandono di rifiuti da parte di privati tra ingombranti e non e comportava una sanzione da 300 a 3mila euro (raddoppiabile per rifiuti pericolosi).  La legge del 28 dicembre 2015, n.221, in vigore dal 2 febbraio 2016, introduce modifiche agli art. 232 del D.Lgs 152/06 (il testo unico ambientale) agli articoli 232 bis (che detta il divieto di abbandono dei prodotti da fumo) e al ter che vieta l'abbandono di rifiuti di piccolissime dimendioni (scontrini, gomme...) e all'art. 255, dove di specificano le sanzioni per gli abbandoni, indicando che per quanto elencato al 232 ter le sanzioni variano da 30 a 150 euro, raddoppiabili per i prodotti da fumo.  qnidi molto meno di quanto prevedeva la norma precedente. E, allora, una norma annunciata come di "contrasto" di fatto è una "depenalizzazione", mi spiace per gli entusiasmi legalisti del FATTO.
Si nota chiaramente come la più volte stigmatizzata incontinenza normativa del legislatore, alla fine, produca contraddizioni e controindicazioni. Adesso si dovrà attendere un intervento di chiarimento in materiale. Va poi segnalata l'incapacità di esercitare un vero controllo sul tema, e probabilmente aspettiamoci che, alla prima sanzione su un abbandono di cicche, l'opinione pubblica s'indigni contro lo Stato vessatorio, asserendo che i problemi per l'ambiente siano "ben altri" - mentre abbiamo visto che il problema c'è ed serio.
E, quindi, quando si diceva: se vedi uno che fuma, digli di smettere, avvelena anche te, era (è) proprio vero.

Fonti: Impatto ambientale cicche di sigaretta, Lombardi et alii, ENEA  2009; Cigarettes Butt Decomposition Plos one - Bonanomi et alii, 2015; L'abbandono di rifiuti di piccolissime dimendsioni tra amensia normati e legislazione dell'apparenza, Pallotta, Rivista Rifiuti, 2016.