mercoledì 24 settembre 2014

complotto alla veneta?

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Diceva un notissimo personaggio della nostra storia repubblicana. Ma penso che nemmeno lui avrebbe avuto la fantasia dietrologica che ha alimentato la riflessione che sto per fare. Riflessione che, ammetto, non è tutta farina del mio modesto sacco intellettuale, ma deriva dagli originali spunti di un mio stimato amico, assai attento ai dettagli e di grande acume nelle visioni. Non sono uno che generalmente crede ai "complotti" ed anzi aborrisco quel tipo di cultura. Ma a mio avviso c'è una strana serie di accadimenti che si stanno concentrando nell'area veneziana. Un terribile mix di indolenza, destino cinico e baro, insipienza, cupidigia, avarizia, scarsa visione, incompetenza e un pizzico (e magari più d'uno) di precisa volontà di distruggere. Non sarà un complotto, perché richiederebbe un'intelligenza a dirigerlo e più cospiratori, ma potremmo parlare di una sfortunata serie di eventi. Altrimenti non mi spiego quello che sta accadendo. Ricapitoliamo:
- Venezia, attività portuale, esiste un porto commerciale e uno passeggeri in laguna di Venezia. Per garantire il traffico di grandi navi di un tipo o dell'altro è necessario garantire un certo pescaggio dei canali. Che vanno perciò, periodicamente ripuliti dai sedimenti che vi si accumulano.
- i fanghi di questi scavi, sia per lo scarico in Laguna di molte utenze nel corso degli anni, che della vicina presenza di un polo industriale, ormai, purtroppo, in coma irreversibile, non sono esattamente da fango terapia, per cui lo scavo e lo smaltimento costa un botto.
- ci si inventa, con un percorso, faticosissimo di interrare la linea di elettrodotti che passa in zona Moranzani e che collega la centrale ENEL di Fusina al mondo, nel quadro di un progetto di ammodernamento delle linee elettriche venete, e stoccare, previo trattamento, questi fanghi, con significativo risparmio di costi per la collettività.
- inizia un percorso per la Bonifica e riqualificazione di Porto Marghera.
- si introduce l'ipotesi progettuale di realizzare un porto commerciale a mare, fuori laguna, per ovviare alle varie criticità lagunari, ma sopratutto per ridurre il rischio e lo stress per la stessa.
- sorge il problema della navi da crociera, ugualmente problematiche, transitanti in bacino San Marco, oggetto di aspre contestazioni.
- si avvia a realizzazione il sistema MOSE, dopo anni di discussione , sistema di paratie per proteggere Venezia dalle acque alte che i problemi di subsidenza lagunare (dovuti a dinamiche sia naturali che antropiche che per amor di patria vi risparmio di enumerare qui, ma magari un'altra volta sì), e climatici stanno rendendo sempre più dannose per la città. Qui inizia la sfortunata serie.

Nell'ambito del MOSE scoppia uno scandalo corruzione, buona parte della classe politica e imprenditoriale del comune di Venezia e regionale è coinvolta, molti dei soggetti firmatari degli accordi di cui sopra finisce o agli arresti o comunque fuori gioco.
Comitati. Simpatici comitati anti Traliccio nella zona della bassa Veneziana e Padovana, animati certo, dai migliori intenti - mortacci sua - fanno ricorso al progetto di riqualificazione delle reti elettriche, chiedendo l'interramento di tutte le linee in nome del paesaggio e della salubrità ambientale (anche qui ci sarebbe altro da dire, ma lo faremo - forse - in un'altra occasione), dopo tira e molla tipico italiano il Consiglio di Stato da loro ragione, l'ente gestore delle linee butta tutto all'aria e informa che rifarà il percorso progettuale - VIA compresa - daccapo. Buona notte suonatori. Salta la possibilità di gestire i fanghi con una soluzione a minor costo, salta lo scavo dei canali, salta pure una riqualificazione - con spostamento di una fabbrica - della zona dei Moranzani (alla faccia dell'agenda 21 che c'era stata). Salta sì, al di la delle minimizzazioni politiche di facciata.
Nel mentre... l'Autorità Portuale, rimasta indenne dal diluvio di manette avvenuto in Laguna, che ha distrutto il Magistrato alle Acque, commissariato il Comune, massacrato la Regione, si dimentica del Porto Commerciale in Mare, ma si ricorda della questione crociere e si inventa lo scavo di una altro canale lagunare (!) per portare in Laguna le navi da crociera, evitando il bacino san Marco, ma sollevando comunque un vespaio, quando a mio avviso, si poteva (e si potrebbe - e si può) pensare a un porto lato mare, in zona Lido, sostanzialmente generando un braccio di ferro multiplo che potrebbe portare a lunghe contese giudiziarie che potrebbero portare a un nulla di fatto.
Alla fine si sta concludendo solo, forse il MOSE, nonostante tutto - sperando che per lo meno serva.
Anziché cercare soluzioni, che ci sono, per la difficile quadratura, tra rispetto della fragilità lagunare e riduzione degli impatti, valorizzazione ambientale e turistica della stessa, con ammodernamento e ampliamento delle attività portuali e produttive, mi pare si vada, magari involontariamente,  in ordine sparso, a un ridimensionamento del Porto di Venezia a favore di quello di Trieste (più piccolo, ma fondali rocciosi, maggior pescaggio, niente sedimenti da scavare), ad una desertificazione industriale e produttiva dell'area veneziana, sempre più dipendente da un turismo mordi e fuggi a forte impatto ambientale e sociale, a una deriva ambientale della laguna, a una periferizzazione anche nei collegamenti infrastrutturali dell'area. Insomma Venezia Disneyland e basta.
Se c'è qualcuno che sta dirigendo scientemente questo percorso. E' un genio del male che manco il dottor Zero di Fantaman...

mercoledì 10 settembre 2014

La Catastrofe, l'Esasperazione e Bilbo Baggins

C'è una bella scena, di un film, a me molto piaciuto - Viva la Libertà - dove il protagonista (interpretato da Tony Servillo), un Professore con turbe psichiche che si sostituisce al fratello gemello, capo politico del partito della sinistra italiana, fuggito perché in crisi personale, durante un dibattito pubblico afferma che oggi tutto si basa sulla Catastrofe. Politica, Economia, Società, tutto si regge sul paventare continue catastrofi. Questo per giustificare - è la mia interpretazione - il continuo ricorso a misure emergenziali, agli "uomini della provvidenza", a soluzioni contingenti, spesso raffazzonate. La catastrofe è sempre dietro l'angolo, che sia la dissoluzione dell'UE, il default economico, la "fine della Grecia", il cambiamento climatico, l'invasione islamica, ogni scusa è buona per far ingoiare rospi, posporre scelte, evitare il confronto, fare "quadrato" anche attorno a un idiota, "perché non è il momento di dividersi", oppure la Catastrofe torna buona per impedire qualsiasi cosa, sia essa una misura economica, una ricerca innovativa, un'opera pubblica o più semplicemente un senso unico nel nostro quartiere. Il protagonista del film, ritiene, e io concordo, che la gente di questo sistema non ne possa più.  Sì penso non ne possa più, ciò non di meno non vi si sottrae, nemmeno quando ne ha la possibilità.
E poi c'è l'Esasperazione. l'andazzo negativo, il malgoverno, l'inefficienza, le ruberie, la crisi economica, la criminalità, la burocrazia, hanno reso esasperata la società. Nel senso che la pazienza è finita. Ormai non vi è più alcuna tolleranza. Ci si scaglia con foga inaudita contro chiunque possa essere oggetto della nostra acredine: se uno viene, per esempio, eletto per la prima volta a pubblica carica, dopo 5 minuti gli vengono addossate le colpe vere o presunte di tutti i suoi predecessori. Oppure se ce l'abbiamo con la società dei trasporti o dei rifiuti, il primo autista o spazzino che ci passino vicini - indipendentemente da come stiano lavorando - saranno obbiettivo del nostro livore. Si perde la capacità di ragionamento, e ci diventa intollerabile chi argomenta in una qualche discussione, spiegandoci che le cose sono più complesse di come vorremmo noi, irrazionalmente di viene egli l'ostacolo alla nostra serenità o la causa del nostro malessere. Ci si imbarbarisce, si perde anche un po' di pietà umana. A me fa sempre specie, ad esempio, quando qualcuno viene arrestato per qualche reato, specie quelli di ruberia varia, perché cadere in tentazione è facile, sia quando si è nel bisogno, che quando si è nell'occasione (infatti, io cerco di ripararmi dal primo e rifuggire la seconda) e la galera - ho avuto modo di visitarne una - non è affatto un bel posto. Dicevo, mi fa specie vedere come in quelle occasioni, specie se il reo è un qualche personaggio pubblico, come si scateni una pubblica veemente orda di auspici di morte e sofferenza varia, fatti - si badi - per lo più su qualche social, al sicuro dietro lo schermo di un pc. Ma, comunque, indice di un odio e livore latente, che diviene più feroce, quando qualcuno cerca di dar segno di un briciolo di umana solidarietà.
Il tutto è specchio dei tempi miseri d'oggi. Tutto questo genera una spirale pericolosa, che rischia di perderci tutti per sempre in una società sempre più chiusa, apatica, cinica, ottusa e cattiva.
Non penso che possano i grandi proclami o i supereroi risollevare il nostro tempo. Credo serva qualcosa di più piccolo. In un altro bel film "Lo Hobbit - un viaggio inaspettato", quando Lady Galadriel - una delle grandi regine elfiche - chiede allo stregone Gandalf, perché si è portato dietro l'hobbit Bilbo, che appare più un impiccio che un sostegno alla sua impresa. Lo stregone risponde di aver paura e Bilbo gli da coraggio, perché rappresenta la normalità in un mondo tetro, la semplicità, perché ritiene che il male non si tenga a bada con eroiche gesta, ma con piccoli gesti di "quotidiana cortesia". Lo penso anche io, ecco perché insegno a mio figlio a chiedere per favore, a scusarsi, a ringraziare, a salutare. Perché spero un giorno egli sappia, con la sua semplicità, assieme ad altri ,ricacciare un po' tutto questa tenebra.