martedì 30 giugno 2015

Sia fatta Giustizia (ambientale)!

In Italia c'è una tendenza, che sta diventando sempre più parossistica, mano a mano che il numero dei parlamentari ragionanti si riduce a favore dei dogmatici di varia estrazione, legiferare d'impeto sull'onda d'eventi a elevato tasso d'emotività e alla ricerca del consenso dell'opinione pubblica. Ne escono leggi che vengono giudicate come epocali, salutate dai sostenitori come elemento di salvezza civile, per poi scoprire che o sono inapplicabili o tremendamente controproducenti. Devo ammettere che, prima d'eseguire approfondimenti, il DDL ECOREATI (Legge del 22 maggio 2015 n. 68), mi ha suscitato questa impressione, forse traviato dalle innegabili mie pessime opinioni personali su taluni dei promotori. Fatto il necessario sforzo d'obbiettività, ho proceduto a una più precisa lettura. Tralascio le considerazioni linguistiche relative all'illegibilità dei testi delle leggi italiane capziose e arzigogolate, zeppe di rimandi e stralci, ormai mi pare sia un dato di fatto che, nonostante i numerosi proclami di rendere più chiare le leggi, persiste peggio del celacanto. Il testo è stato oggetto di un aspro dibattito, specie su taluni punti risultati controversi. Brevemente i punti salienti, vengono introdotti nel libro II del Codice penale cinque nuovi delitti contro l’ambiente:
  • l'inquinamento ambientale
  • il disastro ambientale
  • i delitti colposi contro l'ambiente
  • il traffico e l'abbandono di materiale ad alta radioattività e materiale a radiazione ionizzanti 
Ovviamente con pene varie in funzione della gravità e del danneggiamento della salute umana e ambientale. Mi lascia perplesso leggere che si consideri disastro ambientale "l'alterazione irreversibile dell'equilibrio  di un ecosistema", immaginando come potrebbero interpretarlo taluni mondi ambientalisti e taluni settori della magistratura, si potrebbe, di fatto, asserire che qualsiasi intervento sul territorio si configuri come disastroso, su questo, serve forse una lettura più di buon senso, e magari qualche specificazione  o almeno una prassi giuridica che eviti notizie di reato strumentali.
Sulla radioattività val la pena fare due appunti: il primo sul dibattito parlamentare - che ho fortuitamente segutio - bisogna ringraziare Napolitano di averci dato Rubbia al Senato, altrimenti su questo tema ne sarebbe uscito chissà che cosa, viste le conoscenze espresse dei nostri parlamentari; la seconda sul deposito nazionale di rifiuti radiottivi, tema attualmente in discussione, l'Italia non ha un sito dedicato a questo e ricorre a siti provvisori o all'estero, con costi folli per l'economia e l'ambiente. Questo per l'incapaacità di scegliere e darsi gli strumenti per gestire questi rifiuti (che per esempio sono prodotti anche dagli ospedali) come un paese avanzato dovrebbe fare. Sarà interessante vedere se quando s'individuerà il sito, se taluni dei mondi ambientalisti che plaudono al DDL saranno o meno con i comitati NIMBY che inevitabilmente sorgeranno, sempre in nome della salvaguardia ambientale
Ci sono, però, due concetti interessanti:
  • viene introdotta una distinzione tra colpa e dolo, punendo ovviamente con più asprezza quest'ultimo;
  • s'introduce il concetto di "ravvedimento operoso" ossia  se chi ha commesso il reato, agisce fattivamente per rimediarvi, con messe in sicurezza, bonifica etc etc, può ottenere sconti anche importanti di pena e salvaguardie rispetto alle confische dei suoi beni, l'iter processuale viene sospeso - senza decorrenza ai fini della prescrizione - durante le operazioni di "ravvedimento". Su questa questione c'è stata molta polemica, si è visto questo punto come un modo per salvare gli eco-speculatori, onestamente, io penso che sia un punto di sano pragmatismo, troppi sono i casi in cui a fronte di un danno per l'ambiente, chi li ha commessi dichiara fallimento (o ci va per l'azione giudiziaria) e lo Stato - quindi, la collettività - si trova sul groppo siti ambientalmente compromessi, talora vere bombe ecologiche, senza avere i mezzi per una rapida risoluzioni, trascinandosi situazioni pesantissime per anni. Qui si agisce sì inasprendo le pene, ma si da anche la possibilità d'uscirne.
Utile è poi l'aver modificato le norme relativamente ai controlli ambientali da parte degli entri preposti, finalmente si chiarisce che l'adempiere alle prescizioni emerse in sede di controllo  autorità Ambientali in veste di Polizia Giudiziaria, consente di archiviare i relativi procedimenti, senzo trovarsi invischiati in peripezie giudiziarie, nonostante la soddisfazione delle richieste degli enti.
C'è stato poi il caso "air gun". Di fatto un cannone che spara un impulso d'aria sul fondali, al fine di studiarne i riflessi, per ricostruire la struttura del sottuolo, insomma una tecnica di sismisca a rifrazione. Inizialmente inserito tra le pratiche vietate, cosa che ha suscitato le reazioni del mondo (se lo possiamo chiamare così) della ricerca geologica e delle compagnie petrolifere (ci siamo alleati con il lato oscuro...), che segnalavano come la pratica fosse necessaria per le esplorazioni del sottosuolo dei fondali marini e di come fosse possibile evitare le controindicazioni sulla salute dei cetacei (cosa che è vera e che va praticata); è stato poi tolto, suscitando le reazioni del mondo ambientalista che (dopo aver tentato di ridurre il divieto ai soli fini della prospezione per idrocarburi) ci hanno visto appunto la mano della lobby delle fonti fossili. Qui c'è stata molta ipocrisia, molti degli oppositori, in realtà, più che ai cetacei, cercavano un modo strumentale di inficiare lo "Sblocca Italia" almeno nella parte relativa al rilancio delle prospezioni d'idrocarburi, i favorevoli di dire che la prospezione nel campo dei giacimenti fossili è pratica non solo legittima, ma anche meritoria per il numero di conoscenze che produce applicabile in un settore più ampio di quello del suo scopo originario. Hanno invece cercato giustificazione, come se avessero un latente senso di colpa.
L'impressione è che sul DDL Ecoreati quindi si siano combattute molte battaglie esulanti dal fine vero del decreto, ma legate alle dinamiche della politica italiana, sempre attentissima al suo ombelico. Nonostante tutto ne è uscito un provvedimento, che richiederà qualche aggiustamente, sperando in una sua applicazione  tesa davvero alla salvaguardia dell'ambiente e non alla ricerca dell'applauso delle folle.

martedì 23 giugno 2015

new look e mission

Nella costante ricerca di una organizzazione, di un senso e di una mission per questo blog, che altrimenti rischia di essere uno zibaldone senza capo ne coda, ho rinominato il blog e ripensato la sua funzione, non che provato a dargli una veste più leggibile e pià pragmatica, la filosofia che ci sta dietro la trovate nela pagina "Geologia Proletaria", che spiega appunto che e come s'imposta il ragionamento del blog, che è sostanzialmente quello di riaffermare la necessità che le Scienze della Terra siano patrimonio culturale di tutti e il principio che il Geologo deve essere parte attiva nel dibattito socio - culturale ed essere osservatore critico attento e preciso dei processi d'interazione Terra-Uomo.  Spero di riuscire ad essere più sistematico e regolare questa volta (la 4°) in cui si riavvia questo spazio. Siamo in una fase "lavori in corso" per cui troverete ancora molti elementi de La Man Sanca. Che è comunque, la mano con cui continuerò a scrivere....