mercoledì 21 dicembre 2016

PICCOLI organismi, GROSSI problemi: E. Huxleyi e il clima

Tempo fa ci siamo occupati anche su questo blog del problema della crisi ecologica delle comunità delle Api: è, infatti, in corso la cosidetta sindrome da svuotamento degli alveari, in varie parti del mondo, Italia compresa, si assiste al tracollo di intere colonie, inizialmente si è dato colpa agli pesticidi a base di neonicotinoidi, ma la situazione è più complessa e attualmente sotto il monitoraggio dell'EFSA (European Food Safey Agency) per capire se vi siano altre cause per la moria della Api. Api di cui, oltre alla proverbiale laboriosità e organizzazione, degna della miglior economia collettivista, riconosciamo l'importanza ecologica, essendo i principali impollinatori, senza di loro la produzione agricola crollerebbe, con pesantissime ripercussioni anche su noi esseri umani, che verso le api ci comportiamo come i peggiori capitalisti... orbene, c'è un altro organismo, ancor più piccolo delle api, ma altrettanto importante negli equilibri degli ecosistemi su scala globale. E' un coccolitoforide. I coccoliforidi, sono del fitoplancton, ossia alghe fotosintetiche, che costruiscono una sorta di guscio, fissando la calcite derivante dai processi di fotosintesi, costituito da più elementi lamellari, detti appunto coccoliti, di una eleganza e complessità che non si può non rimanerne affascinati. Hanno anche un'iportanza capitale nella biostratigrafia, ossia la scienza che si occupa di datare le rocce attraverso l'uso dei fossili, sono infatti, mircrofossili guida molto importanti. La specie in questione  è Emiliania Huxleyi, di fatto è il coccolite tipo, se cercate su google immagini di coccolitoforidi le più numerose sono quelle, appunto, di E. Huxleyi. Dedicata a Thomas Huxley, sì proprio il "mastino di Darwin", è la specie più abbondante attualmente, è utilizzata in studi per la temperatura delle acque, ecologia e paleocologia e anche nel campo della biotecnologia medica, per alcune sue proprietà "farmacologiche". E' anche rilevante negli studi di biostratigrafia, definendo una biozona,  Numerosi studi dimostrano una stretta correlazione tra il grado di salute di tale specie e il tema dell'acidificazione delle acque ocenaniche. Fino ad oggi si riteneva che tale specie riuscisse ad adattarsi all'incremento del tenore di CO2 ocenica, conseguente all'incremento atmosferico, continuando a regolare la CO2 nei processi di fissaggio della calcite; un recente articolo  presenta dati preoccupanti, che confermano alcune osservazioni già fatte, ossia che l'incremento di CO2 negli oceani, possa dare problemi alla lunga alla  EHUX (nomignolo della specie), infatti si è simulato un progressivo trend di acidificazione delle acque durante le "infiorescenze", "bloom", stagionali dell'alga, rilevando che progressivamente gli individui perdono di massa e le placchette risultano più gracili (si veda foto),  ciò significa che alla lunga questa potrebbe entrare in crisi effettiva, con in primis una crisi degli ecosistemi marini di cui è alla base. Ma non solo, come che non bastasse il problema della plastica  oceanica (altra cosa di cui abbiamo parlato), il declino della EHUX potrebbe avere ulteriori effetti sul clima, infatti, l'attività metabolica rilascia in atmosfera Solfato Dimetile,  in forma gassosa, tale gas ha effetti sulla temperatura atmosferica (oltre che ripercussioni sul ciclo del Fosforo, elemento non secondario per molti cicli geochimici a rilevanza ecologica) effetti di tipo mitigante. Se l'attvità metabolica dell'alga si riduce per una sua crisi ecologica ciò risulterebbe accompagnato da una minor capacità dell'oceano di "sequestrare" CO2 dall'atmosfera e a una riduzione di produzione di Solfato dimetile, con effetti atti a favorire l'incremento delle temperature.
Insomma la scomparsa di un organismo di pochi micron, potrebbe davvero farci sudare sette camicie.

sabato 10 dicembre 2016

Quanti soldi fanno i Paleontologi?

Qualche settimana fa vi ho riportato un articolo in cui si dibatteva se l'investire in ricerca Paleontologica fosse o meno uno spreco di denaro, trovo giusto chiudere il cerchio riportandovi questo articolo, che mi sono permesso di tradurvi a modo mio, che ho reperito sul portale Paleontology World, blog statunitense di appassionati e studiosi della Paleontologia, non proprio accademico, ma vi potete trovare ottimi spunti e sopratutto buon materiale grafico. Ovviamente i Dinosauri sono il pezzo forte. L'articolo che riporto, propone un po' di statistiche sulla realtà professionale dei paleontologi... negli USA, se ci fossero dati disponibili sulla UE, o sul nostro paese, penso che la situazione sarebbe ben diversa (e in Italia alquanto deprimente). emerge chiaramente come negli USA il comparto Scienze della Terra, sia uno di quelli strategici per lo sviluppo dell'economia del paese. Strano a dirsi.

I paleontologi studiano fossili trovati in formazioni geologiche per determinare le età di piante, microrganismi, animali e antiche civiltà. La datazione di fossili è ricavabile  dall'età degli strati di roccia sopra e sotto i livelli con i fossili, tramite il processo chiamato datazione radiometrica, così come riporta l'Università della California, Berkeley. Mentre molti paleontologi lavorano nei musei e laboratori di ricerca universitari, altri danno supporto a recuperare fossili nelle industrie del carbone e del petrolio. I paleontologi guadagnano stipendi in media più di $ 100.000 all'anno.

Stipendio e qualifiche

La US Bureau of Labor Statistics classifica paleontologi come Scienziati in Scienze della Terra, definizione che comprende anche geologi, geochimici e sismologi. Hanno guadagnato stipendi medi annui di 106.780 $ a partire da maggio 2012, secondo il BLS. Più del 25% del gruppo ha guadagnato più di $ 130.330 all'anno. La maggior parte dei paleontologi hanno master o dottorati di ricerca in paleontologia. I dottorati di solito sono necessari per la ricerca di alto livello e l'occupazione come professori nei college e nelle università. Per avere successo nel loro campo, i paleontologi devono essere informati circa molte scienze diverse, tra cui la biologia, la chimica, la geologia e la fisica. Altri requisiti essenziali sono la matematica, il pensiero critico, problem-solving, interpersonale, parlare, scrivere e competenze informatiche.

Stipendio per Stato

Lo stipendio di un paleontologo può variare notevolmente da Stato a Stato. Nel 2012, secondo il BLS, hanno avuto gli stipendi annuali più alti (circa $ 153.120) in Oklahoma . Inoltre sono risultati stipendi relativamente alti in Texas e Washington, DC, a $ 146.800 e $ 128.040 per anno, rispettivamente. I paleontologi che hanno lavorato in Alaska hanno guadagnato $ 111.670 all'anno, mentre quelle in Colorado avuto retribuzioni più vicine alla media nazionale a $ 106.030. Quelli in California e Pennsylvania hanno percepito gli stipendi più bassi di $ 95.670 e $ 67.300, rispettivamente (però vuoi mettere vivere in California GP).

Stipendio per settore

Oltre l'esperienza e l'area geografica, i guadagni dei Paleontologi dipendono anche, ovviamente, dal settore d'impiego. Sempre secondo il BLS, hanno percepito gli stipendi più alti, media $ 155.830 all'anno, nel produzione di petrolio e carbone, al secondo e terzo posto tra gli stipendi più alti troviamo i settori dell'estrazione di petrolio e gas e le attività di supporto alla gestione mineraria - $ 149,750 e $ 140,520. Coloro che hanno lavorato per le agenzie governative federali e statali hanno percepito $ 96.820 e $ 64.970 per anno, rispettivamente (poveri statali anche qui, tutto il mondo è  paese GP) . Inoltre, i paleontologi che insegnano nelle università guadagnano da $ 40.000 a $ 60.000 per nove mesi di lavoro, secondo The Paleontologic Society.

Prospettive professionali

La BLS indica che i posti di lavoro in ambito Scienze della Terra, includendo quindi i paleontologi, aumenteranno del 21% nel prossimo decennio, che è più alto rispetto al tasso di crescita del 14% previsto per tutti gli altri i lavori (ci rendiamo conto? GP). Molte opportunità di lavoro per i paleontologi saranno favori dalla domanda di esperti per la gestione responsabile dei territori e delle risorse. Si prevede anche, che  un gran numero di geologi e paleontologi vada in pensione entro i prossimi 10 anni (Geologi con la pensione, siamo proprio in un altro continente GP), cosa che dovrebbe liberare posti di lavoro per nuovi operatori del settore.