E' proprio il caso di dirlo che sul tema dei nuovi sacchetti biodegradabili per l'ortofrutta, il paese, per lo meno quello virtuale presente sui social, ha davvero superato se stesso. La questione sembra per taluni essere diventata la linea del Piave per la difesa dei diritti del popolo, contro uno Stato tiranno. Speriamo che quando proclameremo l'insurrezione generale per l'instaurazione della dittatura del proletariato, ci sia altrettanta grinta e passione (!)
Al di là del fumo di questa ennesima dimostrazione parossistica della emotività diffusa in ampi strati della popolazione italiana, per lo meno di quella in rete, per il cui approfondimento potete andare ai link segnalati, dove lasciando in disparte faziosità politiche, bufale e scazzi potete farvi un'idea della norma, che deriva da direttive Ue e che comunque era nell'aria da tempo e da cui non potevamo sottrarci ancora e che è un po' più complessa dei 2-3 cent del sacchetto, tale polemica ha permesso di riportare in qualche modo un tema fondamentale sotto i riflettori. Il tema dell'inquinamento da plastica. La plastica è spesso un rifiuto sottovalutato, ce ne preoccupiamo se brucia, ma non se finisce in mare o sottoterra, poiché si ritiene, a torto, che sia praticamente inerte.
Non è così, interagisce, e molto, con matrici ambientali e catene trofiche. Il problema è complesso e serio, sottovalutato dall'opinione pubblica, ma che da anni sta sfidando comunità scientifica e istituzioni.
Ne parlammo qualche tempo fa anche qui, raccontando la storia di una StartUp, non è l'unica, che sta cercando di affrontare il problema, ma sopratutto delle evidenze che la questione microplastiche sono diventate un problema globale, tanto da entrare nel ciclo delle rocce, producendo vere e proprie rocce sedimentarie, chiamate "plastigomerato", indice evidente della diffusione di tali materiali.
Ecco perché, converebbe, che tutti avessero chiaro che la partita che si gioca, vale ben più di 2cent a sacchetto.
http://www.scienze-naturali.it/
http://www.ecodallecitta.it
Al di là del fumo di questa ennesima dimostrazione parossistica della emotività diffusa in ampi strati della popolazione italiana, per lo meno di quella in rete, per il cui approfondimento potete andare ai link segnalati, dove lasciando in disparte faziosità politiche, bufale e scazzi potete farvi un'idea della norma, che deriva da direttive Ue e che comunque era nell'aria da tempo e da cui non potevamo sottrarci ancora e che è un po' più complessa dei 2-3 cent del sacchetto, tale polemica ha permesso di riportare in qualche modo un tema fondamentale sotto i riflettori. Il tema dell'inquinamento da plastica. La plastica è spesso un rifiuto sottovalutato, ce ne preoccupiamo se brucia, ma non se finisce in mare o sottoterra, poiché si ritiene, a torto, che sia praticamente inerte.
Non è così, interagisce, e molto, con matrici ambientali e catene trofiche. Il problema è complesso e serio, sottovalutato dall'opinione pubblica, ma che da anni sta sfidando comunità scientifica e istituzioni.
Ne parlammo qualche tempo fa anche qui, raccontando la storia di una StartUp, non è l'unica, che sta cercando di affrontare il problema, ma sopratutto delle evidenze che la questione microplastiche sono diventate un problema globale, tanto da entrare nel ciclo delle rocce, producendo vere e proprie rocce sedimentarie, chiamate "plastigomerato", indice evidente della diffusione di tali materiali.
Ecco perché, converebbe, che tutti avessero chiaro che la partita che si gioca, vale ben più di 2cent a sacchetto.
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http://stream24.ilsole24ore.com
http://www.glistatigenerali.com/
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