COMUNICATO STAMPA N°19/2015
Istituto Superiore di Sanità: coperture
vaccinali in calo, fenomeno preoccupante che può diventare drammatico
Urgente l’approvazione del nuovo Piano Nazionale
per la Prevenzione Vaccinale
DICHIARAZIONE DEL
PRESIDENTE DELL’ISS WALTER RICCIARDI
La copertura vaccinale
nel nostro Paese è al limite della soglia di sicurezza e diventa ormai
improcrastinabile l’approvazione del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione
Vaccinale proposto da Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità,
Istituto Superiore di Sanità ed Agenzia Italiana del Farmaco al Tavolo di
coordinamento per la prevenzione delle Regioni italiane.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicati dal
Ministero della Salute indicano, infatti, un tasso di vaccinazioni al di sotto
degli obiettivi minimi previsti dal
precedente piano. Scendono, infatti, al di sotto del 95% le vaccinazioni
per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B e la percentuale scende
ulteriormente per le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia
che raggiunge una copertura del 86%, diminuendo di oltre 4 punti percentuali.
Questa situazione, che tende progressivamente a
peggiorare, rischia di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che
collettivo poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la
protezione della popolazione nel suo complesso e aumentare contemporaneamente
il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie
importanti, che malattie per anni cancellate dalla protezione dei vaccini non
siano riconosciute e trattate in tempo.
È necessario che, a fronte dei dubbi dei cittadini, gli
operatori siano in grado di far comprendere che la mancata vaccinazione crea un
rischio enormemente più alto rispetto a quello temuto di eventuali effetti
collaterali. E’ inammissibile che un operatore sanitario pubblico, in scienza e
coscienza, possa avanzare dubbi sull’efficacia e sull’opportunità dei vaccini,
di un atto che ha anche un valore etico per la tutela della salute pubblica. In
questo senso è necessaria una nuova alleanza tra medici, operatori sanitari,
ricercatori e industria per evitare che il patrimonio di salute pubblica
conquistato in anni di campagne vaccinali vada disperso.
Se oggi è possibile avanzare dubbi sull’opportunità di
una campagna vaccinale è perché probabilmente si è persa la memoria storica
delle epidemie e della mortalità infantile che prima che fossero scoperti
vaccini e antibiotici falcidiavano letteralmente intere generazioni.
Spetta agli operatori del Servizio Sanitario Nazionale
per primi ristabilire questa memoria e
difenderla dalle campagne denigratorie che mettono a rischio la salute di tutti
e perciò il valore più alto del loro lavoro quotidiano.
Nessun commento:
Posta un commento