Mi ero ripromesso, con l'abbandono della politica attiva, di astenermi dal commentare temi di politica locale. Ma dopo avere letto questi due articoli di giornale, davvero non gliel'ho fatta. Sull'Idrovia Venezia-Padova, a mio avviso, si sta vendendo fumo e nemmeno di quello buono, ma amministratori e sindaci, ovviamente presi dall'ansia del rischio alluvione, stanno decidendo con frettolosità su un'opera che ipotecherà il territorio per generazioni future. E i propugnatori di quest'opera spesso s'improvvisano "esperti" di ciò che non sono. L'Idrovia sarebbe un altro elemento scombinante i già scombinati equilibri lagunari, non risolverebbe, ma sposterebbe i problemi idraulici, ma è un buon modo per glissare il problema vero, ossia ridare "spazi" all'acqua, che vuol dire ripristinare l'idrografia e i meccanismi idraulici naturali. Dopo molto dubbio linko l'intervento che feci l'anno scorso ad una serata a Piazza Vecchia a Mira sul tema. Ovvero QUI
Domenica 22 settembre 2013
In 1500 per
Folla ieri alla manifestazione di nove sindaci sul ponte di Bojon: «Mai più un’alluvione come nel 1966»
di
CAMPOLONGO «La ripresa economica
non può prescindere dalla messa in sicurezza del territorio. Se il Brenta esonda vanno a picco
tantissime aree industriali cuore dell’economia veneta. La Regione e lo Stato devono
dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini che non vogliono si ripeta una
alluvione come quella del 1966». Così ieri ha parlato il sindaco di Campolongo
Maggiore dal palco allestito sul ponte di Bojon sopra il Brenta. Una
manifestazione contro il degrado delle rive alla quale hanno partecipato oltre
1500 persone, che è stata organizzata dal comitato Brenta Sicuro con la
partecipazione di sindaci e assessori di Campolongo, Piove di Sacco, San Angelo
di Piove, Codevigo, Fossò, Stra, Camponogara, Campagna Lupia e Vigonovo.
Sindaci che sono stati salutati al loro arrivo dai motociclisti del Club Bikers
di Bojon. Cartelloni di e striscioni di protesta sono stati piazzati in tutti i
Comuni interessati dal passaggio del Brenta. «Siamo preoccupati per le ultime
piene», ha spiegato il portavoce del comitato Brenta Sicuro, Marino Zamboni, «
Abbiamo visto franare letteralmente le rive. A maggio scorso, si sono
verificati fontanazzi ed infiltrazioni ampi centinaia di metri a Bojon , Sandon
, Liettoli e Corte. La portata del Brenta è tripla rispetto a quella del
Bacchiglione che tanti guai ha prodotto esondando nel 2010. Cosa si aspetta ad
investire? La Regione
quanto vuole investire per risolvere questa situazione?».Tanti cittadini
arrivati a manifestare con bimbi e ragazzi al seguito avevano nei loro ricordi
la terribile situazione vissuta nel 1966. Un fatto rimasto come un incubo nella
memoria collettiva delle comunità. Una esperienza vissuta anche del vicesindaco
di Piove Lucia Pizzo che ad un anno di vita vide la casa dei genitori spazzata
via dall’acqua a Canmpolongo quando gli argini si ruppero. «Siamo qui», ha
detto alla gente il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto, «perché bisogna
agire e subito per evitare che questo fiume ci travolga. Gli argini hanno
pericolose erosioni. Non vogliamo che si ripeta la tragedia del 1966 che
seppellì sotto due metri d’acqua Campolongo e Bojon. Se si rompe il brenta finiamo sotto 40
milioni di metri cubi di acqua. Siamo a
favore dell’Idrovia che va costruita, subito». Dal Genio Civile è arrivata
la promessa di un intervento di monitoraggio in tempi rapidi. «Tiziano Pinato,
uno dei responsabili del Genio Civile», ha detto Campalto, «mi ha inviato una
lettera in cui mi assicura che nelle prossime settimane saranno fatti dei
sondaggi per verificare la tenuta delle sponde». Il sindaco di Vigonovo Damiano
Zecchinato, ha assicurato di aver avuto dal Governatore Luca Zaia la promessa
di investimenti ad hoc per il Brenta. “«Ma per mettere completamente in sicurezza
le rive, ha ricordato Zecchinato, «bisognerebbe
tagliare 90 chilometri
di argini longitudinalmente e metterci una colata di cemento armato fino alle
falde. Un’opera ciclopica per la quale ci vogliono miliardi di euro che non ci
sono (e per fortuna dico io, cementificare fino al primo impermeabile credo sia una delle idee più balzane mai sentite - alla faccia dell'impermeabilizzazione, il risultato sarebbe di avere argini che drenano meno e soprattutto sono più rigidi - nota del P. Ferox). Zaia però mi ha assicurato che l’Idrovia e le manutenzioni andranno
avanti a ritmo spedito» .
Il Gazzettino
CAMPOLONGO Il comitato: «Siamo solo all’inizio». Zaia promette
interventiBrenta, la protesta dei mille
Folla alla manifestazione per la sicurezza degli argini. Folta rappresentanza di sindaci
Emanuele Compagno
Nove comuni rappresentati (sei
veneziani e tre padovani), più di mille cittadini e 500 firme raccolte alla
manifestazione del comitato "Brenta sicuro" ieri a Campolongo
Maggiore per chiedere un intervento urgente alla Regione Veneto e al Genio
Civile in modo da scongiurare lo smottamento degli argini del taglio del
Brenta, canale che da Stra raggiunge Brondolo. Un corso d'acqua costruito dagli
austriaci a fine ottocento, come ha spiegato il sindaco di Vigonovo, Damiano
Zecchinato, senza che poi ci sia mai stata una reale manutenzione. Per Marino
Zamboni, presidente del comitato, la manifestazione è solo l'inizio di una
sensibilizzazione che guarda agli altri territori coinvolti. Tutti uniti per
scongiurare un nuovo 1966, anno della drammatica alluvione, ma anche un nuovo
2010, anno delle catastrofiche inondazioni nella bassa padovana.
La novità, dopo il preoccupante studio dellaprotezione civile che
dimostra i cedimenti con infiltrazioni d'acqua verso le campagne, arriva
proprio da Zecchinato che ha avuto un colloquio con il presidente della Regione
Veneto. «Zaia è consapevole del problema, per questo ha promesso - dice
Zecchinato - che la messa in sicurezza del Brenta si farà e mi ha chiesto, come
presidente della conferenza dei sindaci, la consegna alla Regione di uno nuovo
studio, da redigere con il Genio Civile, che evidenzi il problema. Tutto il Veneto è interessato da
tali fenomeni, il Piave forse ancor più. Servono un miliardo e 400 mila euro».
Per Alessandro Campalto, sindaco di Campolongo Maggiore, la Regione deve comunicare lo
stato di gravità delle cose per consentire ai sindaci, che non hanno competenze
sugli argini, di mettere in atto i piani di protezione civile come
tutori della sicurezza. «Il dirigente regionale della difesa del suolo - ha
detto Campalto - ha scritto una nota nella quale riconosce l'esistenza dei
crolli e li giudica non preoccupanti anche se si continua con l'arginatura e la
redazione di studi. Non possiamo rilanciare l'economia se le aziende rischiano
di subire allagamenti».
Per tutti una soluzione immediata potrebbe consistere nella messa a regime dell'idrovia come canale scolmatore capace di far defluire 350,400 metri cubi
d'acqua al secondo in caso di piena. Per Federica Boscaro, sindaco di Fossò i
sindaci devono pungolare le autorità competenti, linea che ha trovato concorde
Lucia Pizzo, vicesindaco di Piove di Sacco. Per Annuzio Belan, sindaco di
Codevigo, vanno coinvolti tutti i sindaci delle province di Padova e Venezia,
per Giampietro Menin gli interventi per la sicurezza idraulica devono poter non
esser conteggiati nel patto di stabilità. Andrea Tramonte, vicesindaco di
Campagna Lupia ha ricordato le recenti alluvioni in zona del 2007 mentre per
Adriano Magro, assessore all'ambiente di Sant'Angelo di Piove, la battaglia non
deve cadere. Infine per Antonio Draghi del Cat la Regione deve passare da
una politica di trasposto su gomma a forme diverse, valorizzando i corsi
d'acqua.
La novità, dopo il preoccupante studio della
Per tutti una soluzione immediata potrebbe consistere nella messa a regime dell'idrovia come canale scolmatore capace di far defluire 350,
spero anche io caro comitato di non dover dire un giorno... ve l'avevo detto...
RispondiEliminaVenerdì 27 Dicembre 2013
Il Gazzettino
Campolongo. Raccolta firme per l’idrovia Padova-Venezia
Emanuele Compagno
CAMPOLONGO MAGGIORE - Un raccolta firme per il completamento dell'idrovia Padova-Venezia e per la manutenzione di canali e fiumi. Il comitato Brenta Sicuro si mobilita per raccogliere firme al fine di chiedere alla Regione un intervento urgente. Dopo la manifestazione del 21 settembre a Campolongo Maggiore il comitato attende le risposte delle istituzioni oltre alle già promesse opere di pulizia e sondaggi delle rive, in particolar modo del Fiume Brenta. «Non è stato risolto il problema di tenuta del sistema - dicono dal comitato - come evidenziato dagli studi del professor D'Alpaos; basti ricordare l'alluvione del Roncajette nel 2010 dovuta ad una piena del Bacchiglione puntualmente prevista nel 2007». Secondo il comitato anche il presidente della Regione, Luca Zaia, avrebbe constatato che il Brenta è una bomba ad orologeria da disinnescare. «Il presidente - continua il comitato - conosce bene che l'unica soluzione è rappresentata dal canale scolmatore "idrovia" capace di permettere una vera "via di fuga" delle acque in eccesso, non grado di affluire verso il Bacchiglione ed il Brenta». La messa in sicurezza del territorio deve divenire la vera priorità. Per questo motivo Brenta Sicuro chiede ai sindaci di intercedere per l'approvazione dell'idrovia, progetto fermo in Regione da tre anni ed utile per accedere ai fondi europei del 2014.
Venerdì 27 Dicembre 2013
La Nuova Venezia
Raccolta firme per l’idrovia
Da gennaio petizione in tutti i Comuni della Riviera per sbloccare il progetto
CAMPOLONGO «Vogliamo subito il completamento dell’idrovia Padova – Venezia, non vogliamo nuove esondazioni e allagamenti con il 2014». Parte ora una mobilitazione che punta a raccogliere migliaia di firme per realizzare l’opera con il comitato Brenta Sicuro. «Dobbiamo raccogliere – spiega Marino Zamboni referente dei comitati in una nota - migliaia di firme per risolvere il problema. Il nostro Comitato intercomunale Brenta Sicuro si occupa da oltre tre anni di temi legati alla sicurezza idrogeologica, ha organizzato mostre, momenti d’informazione, incontri, la manifestazione del 21 settembre sulle rive del Brenta e la conferenza del 29 novembre a Piove di Sacco. Abbiamo assistito in questi mesi alla partenza dei lavori di manutenzione e sondaggio delle rive del Brenta. Non basta». Zamboni va nello specifico. «Rimane- dice - il grosso problema di tenuta del sistema complessivo, evidenziato dagli studi del professor D’Alpaos: basti ricordare l’alluvione del Roncajette nel 2010 dovuta a una piena del Bacchiglione puntualmente prevista nel 2007. Lo stesso presidente Luca Zaia ha affermato che il Brenta è una bomba ad orologeria che va disinnescata. Sappiamo bene che l’unica soluzione è rappresentata dall’idrovia che permetterebbe una vera “via di fuga” delle acque in eccesso che non trovano, in caso di piena, lo sfogo con il Bacchiglione e il Brenta. «Chiediamo ai nostri sindaci – conclude Zamboni – che spingano per l’approvazione del progetto, fermo in regione da tre anni. È fondamentale per accedere ai fondi strutturali europei che saranno finanziati nel corso del 2014». I rappresentanti dei comitati raccoglieranno firme da gennaio in tutti i comuni interessati, (sia Riviera che Piovese) con banchetti via mail si potrà dare adesione a brentasicuro@libero.it. (a.ab.)