Leggo questo artivolo di oggi e penso..."quanto mi secca certe volte aver sempre ragione" giusto qualche tempo fa discutevo del "nanismo" Veneto nell'ambito della aziende di gestione dei servizi energia, acque, rifiuti, che invece veniva additato dalla miope politica locale e dagli adoratori del comitatismo campanilista come invece modello, forza, peculiarità... "legame con il territorio", "esempio di democraticità", "espressione delle comunità locali", ma dove, ma chi, ma cossa! Miopia, nanismo, pressapochismo, inconsistenza. Ecco cos'è. In Veneto ci sono realtà territoriali più piccole della scala provinciale frammentate in 3-4 aziende, con incapacità di gestione economica efficiente, ma anche di realizzare investimenti, innovazione e ottimizzazioni. Quando si è tentato di superare tutto questo, la politica di piccolo cabotaggio si è messa di traverso. Se a livello europeo questi servizi sono gestiti da non troppi soggetti molto forti e molto attrezzati un motivo ci sarà. Riuscire a riunire il tema rifiuti di un ambito regionale, permette la razionalizzazione impiantistica e la costruzione di cicli autosufficenti, analogamente è per energia e acqua con riduzione dei costi e gestione migliore delle risorse. In Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna è già così e lo è sempre di più. In Veneto no. Adesso la cosa ce la troveremo "ob torto collo" gestita altrove e alla fine avremo una gestione questa sì davvero "foresta". Allora sì addio legame col territorio. Ci troveremo magari a cedere i nostri rifiuti altrove, lasciando ad altre regioni di trarne beneficio e noi ci accontenteremo delle briciole. Beati nella nostra Lilliput.
Hera vara piano
da 2
Tra gli
investimenti programmati anche nuove acquisizioni: le utility dei Nordest
restano nel mirino
PADOVA
Margine operativo lordo di 951 milioni
e un utile per azione in crescita del 5% all'anno, con un rapporto debito/mol
(margine operativo lordo) in calo a 2,9 volte. È quanto prevede il piano
industriale al 2017 di Hera approvato ieri dal Cda del gruppo. Previsti
investimenti per quasi 2 miliardi. Si va, guardando a Nordest, alle gare per il
gas in Veneto e Friuli-Venezia Giulia con AcegasApsa e all'acquisizione di Amga
Udine. Ma non solo. Secondo il sito Veneziepost, infatti, il gruppo
bolognese starebbe guardando anche ad altri dossier : Al in Vicenza e Veritas Venezia.
Uno scenario suggestivo, che per ora, però, vede solo l'espressa intenzione del
gruppo bolognese di crescere ancora per linee esterne. Il piano industriale
proietta al 2017 un valore della produzione di 5,6 miliardi (rispetto ai 4,7
miliardi 2012), un margine operativo lordo appunto di 951 (662) e un rapporto
fra posizione finanziaria netta e mol in discesa a 2,9 volte (3,3 nel 2012). Il
contesto all'interno del quale sono stati declinati gli obiettivi, spiega Hera,
«risente di un quadro macroeconomico e regolamentare che, soprattutto fra 2013 e
2014, impatterà negativamente sui risultati della gestione. In particolare la
lenta ripresa del Pil continuerà a far ristagnare domanda energetica, allacci
di utenze e produzione di rifiuti, mentre l'atteso assestamento al ribasso
delle tariffe gas sia per la vendita a clienti tutelati che per la
distribuzione ». «Questo aggiornamento del piano recepisce importanti mutamenti
di scenario che hanno caratterizzato il
contesto macroeconomico, normativo e competitivo nell'ultimo anno», ha spiegato
il presidente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano. «A fronte di un quadro complessivo
ancora molto difficile e caratterizzato da elementi di incertezza, riteniamo di
avere individuato le scelte strategiche più opportune per fronteggiare le
difficoltà – ha aggiunto - grazie al prosieguo della politica di espansione
anche per linee esterne e alla focalizzazione su efficienze ed estrazione di
sinergie all'interno del gruppo». Per l'ad Maurizio Chiarini «nonostante il
periodo di stagnazione dettato dal quadro macroeconomico e dal contesto
regolamentare, abbiamo presentato un piano che prevede, nei prossimi 5 anni, investimenti
per quasi 2 miliardi, le cui ricadute sul territorio saranno fondamentali per
la tenuta dell'occupazione. Tutto questo all'interno di un equilibrio finanziario
in via di progressivo miglioramento».
Tomaso
Tommasi
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