Confessiamo che noi, il primo film lo abbiamo adorato. E continuiamo a farlo. Rimane magica la scena dell'incontro con il brachiosauro, e il T-Rex resta iconico. Pazienza, anche lì di cappelle paleontologiche non ne mancavano, ma erano decisamente assai più contenute di tutte quelle venute in seguito. Ci piaceva Sam Neil - pazienza se si è prestato ai sequel - e ovviamente il grande Richard Attemborough. Attore meraviglioso, oltre che fratello del monumentale David.
I film successivi li abbiamo detestati tutti. E per intero visti praticamente nessuno. L'intento di produrre merchandising era evidente, e nel mondo dei Paleontologi quei film sono odiati e amati. Amati perché è vero che sono pubblicità per la disciplina (anche se solo per la Paleontologia dei Dinosauri), odiati perché hanno prodotto stereotipi pesantissimi nell'opinione pubblica sui Paleontologi, il loro lavoro, i dinosauri stessi.
E poi perché si è creata una schiera di fan della saga, e non parliamo dei bambini che dei Dinosauri sono sempre stati, e sempre lo saranno, ammaliati, che sono peggio di quelli di Star Trek, che ogni volta si prendono la briga di vomitare improperi su tutti quelli che si mettono a commentare il film evidenziandone quelle che spesso sono demenzialità scientifiche (e vi chiederete, ma perché è necessario farlo se è solo un film? Perché se questo film produce distorsioni tali nella percezione che si ha di una scienza, tali da condizionare la stessa - si pensi alle scelte di politica museale, finanziamenti, accesso alle pubblicazioni e così via - perché ovviamente questo produce effetti rispetto alle risorse finanziarie per la ricerca, è ovvio che chi se ne occupa senta il dovere di intervenire). Questo, a parte l'effetto psicologico che può avere sui malcapitati, se stiamo parlando di ricercatori spesso li rende invisi sui social, strumento oggi molto diffuso anche per la divulgazione e condiziona le scelte dei network per esempio nei programmi di tipo culturale. Basti pensare alla difficoltà nei lustri scorsi di introdurre l'aspetto "piumato" di vari dinosauri, così come risultante dalle evidenze fossili, rispetto a quello impresso nell'immagine collettiva da questi film. Non incontrando i gusti del pubblico, ancor oggi diversi programmi divulgativi ci danno una rappresentazione dei dinosauri più simile a quella di JP che non a quella del record fossile.
E tutto questo, ci si consenta una accenno di critica "Marxista", ovviamente è dovuto al potere economico esercitato dall'industria cinematografica, che ovviamente ben difende la "sua" rappresentazione dei dinosauri. Pensiamo al Velociraptor, è ancora quello del primo film, sebbene ormai sappiamo che nella realtà il suo aspetto fosse tutt'altro. Ma vuoi rinunciare al merchandising consolidato di giochi, gadget, videogame per una coerenza con il record paleontologico? Scherziamo? Il capitale piega la forza lavoro, figuriamoci quella fossile.
Lasciamo poi perdere le trame, una più imbarazzante dell'altra. Non so se questo sarà l'ultimo film della saga, dicono di sì, dubitiamo. Direbbe Hammond, qui non si bada a spese. Noi continueremo ad amare il primo JP, a ritenere godibili i libri di Chrichton, a non guardare gli altri film e soprattutto con serenità a rispondere a chi ci chiederà un commento sull'ultimo film della saga, allo stesso modo del Ragionier Fantozzi al termine dell'ennesimo cineforum sulla corazzata Potemkin, sperando di non trovarci poi a doverne girare un remake.
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