domenica 18 ottobre 2015

il prezzo del riciclo

E' forse tempo di interrogarsi su alcune diffuse convinzioni "economiche" sulle Raccolte Differenziate. Una campagna informativa, ormai battente, dei Consorzi di Filiera del Riciclo, la propaganda di molte forze politiche, l'impellenza delle Amministrazioni comunali di dimostrare ai cittadini che differenziare "rende", hanno fatto sì che ormai ci sia la radicata collettiva convinzione che con i rifiuti della raccolta ci si guadagni e parecchio. E quindi, che questi denari debbano tornare ai cittadini o comunque ai Comuni, in premio al loro sforzo benemerito. Orbene, nulla di più vero che, meglio si raccoglie, più facilmente si ricicla, più le filiere del recupero si accorciano, meno energia si consuma e più ne beneficia l'Ambiente, che non viene depauperato di risorse naturali e nemmeno martorizzato con le discariche, che pregiudicano porzioni di territorio per decenni avvenire. Questi sono, in primis, i veri benefici del riciclo e della raccolta differenziata, nella nostra esigenza di "particulare" e nella politica di piccolo cabotaggio, divengono, però, aspetti secondari, rispetto al soldo. Così che il denaro, che è, nell'ottica di molti movimenti ambientalisti, causa prima dello scempio dell'ambiente, sempre per i medesimi, deve essere il premio per chi ora s'impegna. Ma se il denaro è del Diavolo, lo è sempre, non solo quando fa comodo. Allora, un recente studio nazionale sui costi delle raccolte differenziate, Studio Bain, di cui a breve dovremmo avere aggiornamento con la presentazione dei dati ISPRA 2015 sul riciclo in Italia, evidenziava che il costo medio della Raccolta differenziata oscilla da 143 a 245 euro a tonnellata,  in funzione di località e modalità di raccolta. Si badi, parliamo dei soli costi per portare dalle città ai centri di recupero il materiale, tutti i costi per portare detti rifiuti a nuova vita non sono conteggiati. Nella sintesi richiamata, vi è un bel confronto tra quanto costa raccogliere e quant'è il contributo medio dei vari consorzi. Contributo, che come vedete non copre tutti i costi e, si badi, che per lo più è legato ad aspetti qualitativi del rifiuto. Più sporco è meno prendi. Concetto sacrosanto. Esistono, però, dei limiti strutturali, per cui anche nelle comunità più evolute, il materiale avrà sempre un certo tasso d'impurità, che ne pregiudicherà la valorizzazione. Per essere chiari, talune frazioni valgono zero, o divengono costi se conferiti in circuiti impropri. Il raggiungimento dei parametri necessari atti a ricevere il contributo di filiera è spesso ottenibile solo attraverso un processo di trattamento e selezione, che separi/raffini il materiale, sia che siano raccolte monomateriale (si raccoglie ogni materiale da solo - ma i costi aumentano) sia che faccia raccolte di multimateriale (con ottimizzazione dei trasporti). Orbene, ciò significa, che senza questo "lavoro", stimato in 104 euro a tonn (costo selezione certificato dall'accordo ANCI-COREPLA), cui devo aggiungere i costi per lo smaltimento delle "impurità" - circa 120 euro, sempre in virtù del citato accordo - il materiale raccolto differenziatamente vale poco o nulla, o è addirittura un costo. I vari "espertoni" che in ogni amministrazione locale, oggi si alzano e leggendo i contributi del sistema CONAI,  si domandano "come mai prendiamo così poco dalla differenziata?", dovrebbero rendersi conto che quei contributi sono dovuti solo al netto del loro rifiuto, cioé una volta che è stato "portato" entro determinati parametri che di base non ha, ovverosia una volta che è stato "preparato" e già avviato entro un sistema di recupero, ossia, in sintesi, dopo che qualcuno ci ha già lavorato sopra. E quel lavoro costa.  Questa foga del denaro, ha fatto sì che molto spesso si mettessero in piedi meccanismi normativi-organizzativi che non hanno nel recupero materia il loro fine, bensì nell'elargire remunerazione, generando baracconi che alla fine non pagano e lasciano solo buchi. Dovremmo iniziare  ragionare sul fatto che i rifiuti diventano risorsa con un costo, che è senza dubbio minore (e comunque sempre da ottimizzare) rispetto a quello che si sosterrebbe non riciclando il materiale. Dovremmo ovverosia, iniziare a valorizzare anche il lavoro di chi esegue quel recupero. Anziché chiedersi "perché prendiamo così poco"... la domanda dovrebbe essere possiamo "spendere meno"?

giovedì 15 ottobre 2015

Intanto io segno...


In questa intervista di Floris su La 7, l'onorevole DI MAIO astro nascente dei pentastellati, bolla più o meno consapevolmente (minuto 17:00 ca), la figura del GEOLOGO come qualcosa che è più un hobby, che non una professione degna di credito e rispetto, tra l'altro dopo che precedentemente in questa intervista (minuto 10:00), aveva ricordato il pesante problema del dissesto idrogeologico in Italia, problema che, probabilmente, Di Maio ritiene gli infermieri più qualificati ad affrontare. Non sto qui a spiegare il ruolo del Geologo, o a ricordare come tale competenza sia così poco valorizzata nel paese, mi limito a registrare l'accaduto. Se questo è l'Homo novus della Politica... noi rimpiangiamo l'Homo habilis

mercoledì 14 ottobre 2015

interessi Contro Natura

Ogni tanto mi sento in dovere di dare qualche consiglio di lettura. Per i razionalisti impenitenti, per i pragmatici, o più semplicemente per i curiosi di buon senso, ecco un testo assai interessante in quest'epoca in cui diete, mangiar sano, cuochi, sapori di una volta e via dicendo, imperversano, talora spandendo luoghi comuni e falsi miti a volontà. Un libro che con un rigore implacabile e chiarezza quasi disarmante, spazza via alcune delle vulgate più alla moda del momento, dal kamut, al riso, passando per gli OGM. Pensate che il farro sia uno dei buoni sapori di una volta, molto più salutare di questi grani moderni, figli di questa nostra epoca industriale, anziché di tempi più bucolici (cioé quando ci si divertiva con la pellagra...)? Orbene sappiate che la storia dei grani è un po' più complessa, una storia d'amori e incroci degna di Beautiful che in Contro Natura è raccontata con chiarezza anche per i non biologi. Avete sempre avuto un debole per il vituperato olio di arachidi? Qui troverete soddisfazione. Pensate che sugli OGM ci sia molta disinformazione e ipocrisia in Italia? Avete ragione e nel libro troverete spunti utli a capire uanto controproducenti siano certe posizioni che si ammantano di ambientalismo. E sopratutto, finalmente, vi chiarirete  cosa sia questa osannata"biodiversità" da tutelare. Leggetelo, vi farà bene.
CONTRO NATURA autori: Dario Bressanini - Beatrice Mautino,  RIZZOLI editore

martedì 13 ottobre 2015

#IoVaccino




COMUNICATO STAMPA N°19/2015
Istituto Superiore di Sanità: coperture vaccinali in calo, fenomeno preoccupante che può diventare drammatico
Urgente l’approvazione del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ISS WALTER RICCIARDI
La copertura vaccinale nel nostro Paese è al limite della soglia di sicurezza e diventa ormai improcrastinabile l’approvazione del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale proposto da Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità, Istituto Superiore di Sanità ed Agenzia Italiana del Farmaco al Tavolo di coordinamento per la prevenzione delle Regioni italiane. 
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicati dal Ministero della Salute indicano, infatti, un tasso di vaccinazioni al di sotto degli obiettivi minimi previsti dal  precedente piano. Scendono, infatti, al di sotto del 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B e la percentuale scende ulteriormente per le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia che raggiunge una copertura del 86%, diminuendo di oltre 4 punti percentuali.
Questa situazione, che tende progressivamente a peggiorare, rischia di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso e aumentare contemporaneamente il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate dalla protezione dei vaccini non siano riconosciute e trattate in tempo.
È necessario che, a fronte dei dubbi dei cittadini, gli operatori siano in grado di far comprendere che la mancata vaccinazione crea un rischio enormemente più alto rispetto a quello temuto di eventuali effetti collaterali. E’ inammissibile che un operatore sanitario pubblico, in scienza e coscienza, possa avanzare dubbi sull’efficacia e sull’opportunità dei vaccini, di un atto che ha anche un valore etico per la tutela della salute pubblica. In questo senso è necessaria una nuova alleanza tra medici, operatori sanitari, ricercatori e industria per evitare che il patrimonio di salute pubblica conquistato in anni di campagne vaccinali vada disperso.
Se oggi è possibile avanzare dubbi sull’opportunità di una campagna vaccinale è perché probabilmente si è persa la memoria storica delle epidemie e della mortalità infantile che prima che fossero scoperti vaccini e antibiotici falcidiavano letteralmente intere generazioni.
Spetta agli operatori del Servizio Sanitario Nazionale per primi  ristabilire questa memoria e difenderla dalle campagne denigratorie che mettono a rischio la salute di tutti e perciò il valore più alto del loro lavoro quotidiano.

domenica 11 ottobre 2015

domenica 4 ottobre 2015

EXPO e insulti paleontologici

Finalmente, con la scusa d'un compleanno, abbiamo visitato il padiglione ACQUAE di Marghera, evento collaterale di EXPO. Gli esperti mi dicono che sia stato un mezzo buco nell'acqua, nel senso che i visitatori non sono stati quelli che ci si aspettava e che la struttura non sia stata adeguatamente promossa. Qualcosa di vero ci deve essere, se si sono inventati di allestire un mini parco di divertimenti esterno con ricostruzioni di dinosauri (ormai hanno assunto una funzione salvifica per l'intrattenimento d'ogni tipo) semi animate, due piscine con barchette e un gonfiabile. Però se vuoi fare il parco dinosauri "scientifico" devi farlo bene e non scrivere castronate, perché poi passo io e mi infervoro con un'incolpevole hostess lasciata sola a controllare il parco divorata da feroci zanzare. Eh sì perché passi l'eba alta, passi il gonfiabile fradicio che ha indispettito mio figlio, passi vedere sto parco dei poveri nel cuore della vecchia zona industriale di Marghera che mi faceva tanto DDR dopo la caduta del muro, passi pure che le ricostruzioni di dinosauri erano spoporzionate e "che si vede che sono di plastica", come ha argutamente sottolineato un amichetto di mio figlio grande, passi l'espressione ebete data a ste povere ricostruzioni, ma che mi fai anche didascalie sbagliate no! Non mi puoi scrivere che lo Spinosaurus è erbivoro! E non ti puoi avventuare in una tronfia cartellonistica in cui spieghi la vita sociale dei dinosauri dicendo con una sicumera intolleraile che i dinosauri non avevano organizzazione sociale, ma stavano insieme, quando ci stavano, quasi per caso! Ora, sulla possibile vita sociale dei dinosauri si è scritto a fiumi e le evidenze che ci fosse un'organizzazione complessa in talune specie, simile a quella di certi mammiferi odierni, sono ben note, non capisco perché l'anonimo che ha redatto le didascalie dei pupazzoni si sia sentito autorizzato a discettare di paleoetologia. Da ultimo i versi. Queste ricostruzioni emettevano suoni. Raccapriccianti. Il brachiosauro pareva Godzilla, gli stegosauri (!) grugnivano e il Parasaurolophus, ruggiva! Ruggiva peggio del T-Rex. orbene se c'è un dinosauro del cui verso abbiamo vaga idea è proprio il Parasaurolophus,  non si può esserecosì aprossimativi, speciese si vuol mostrare rigore tecnico. No mi spiace, caro ACQUAE, in Paleontologia, anche se spiccia, certi svarioni sono da cartellino rosso.