Il mio progressivo, sempre più fatalista, realismo mi porta verso una prospettiva infelice. Temo che non esista un altrove dove incontrare di nuovo i miei cari, temo di non aver speso adeguatamente il mio tempo. Mi girano per la testa anche tempi meno personali, per esempio, sappiamo che tra qualche miliardo di anni il nostro pianeta sarà spazzato via dall'esplosione che porterà il nostro amato Sole a diventare una Supernova, la nostra specie per allora si sarà estinta o sarà evoluta in qualche altra forma, in ogni caso, che fine faranno tutte le conoscenze che abbiamo e avremo acquisito, tutte le nostre storie? Torneranno tutte nel buio cosmico? Probabilmente il mio essere Geologo mi complica la vita in queste faccende, perché tendiamo a guardare al passato più profondo ed interrogarci sul futuro più remoto.
Ed ecco che ti spunta il libro proprio giusto per una fase di riflessione simile e non poteva che essere dell'uomo che ti ha ispirato e fatto amare la Scienza sin da piccolo e che ti ha portato a studiare Geologia: Piero Angela. Nel suo ultimo libro postumo, una raccolta dei suoi pensieri in una lunga conversazione con uno dei suoi allievi, Massimo Polidoro, con cui ha dato anche vita al CICAP, il Comitato per il Controllo delle Affermazioni delle Pseudo scienze. Attività quanto mai meritoria in questo tempo di fregnacce dilaganti.
"La Meraviglia del Tutto" è un viaggio nelle riflessioni del grande Piero, maturate nel corso di una vita spesa a imparare, esplorare, raccontare, si parla molto di Scienza, ovviamente, ma anche di democrazia, politica, impegno, religione, spazio, vita e famiglia, futuro e giovani. Non nasconde un certo timore proprio per il futuro e i giovani nel suo ragionare. Infatti anche Angela non può che rilevare la grande irrazionalità che imperversa nel nostro tempo, l'ignoranza e la paura che questo genera, le disuguaglianze e i conflitti che ne derivano. Il grande timore è che si limiti la libertà della Scienza, ma soprattutto che se ne abbandoni il metodo (ci ricorda qualcosa di attuale?), riducendo le speranze di miglioramento per i giovani. Giovani che sono il vero tarlo per Piero, a cui si rivolge praticamente per tutto il libro, invitandoli ad appassionarsi alla Scienza, vera chiave per capire il nostro essere e costruire prospettive migliori. Per questo nel libro si ragiona molto di istruzione e scuola. La scuola non deve riempire di nozioni, ma insegnare a collegare le nozioni, per sviluppare il pensiero logico, il ragionamento argomentato e il dialogo costruttivo, veri antidoti al pregiudizio, alla prevaricazione , all'irrazionale. E' necessario che l'insegnate sappia stimolare l'attenzione dello studente, così come lo deve fare il bravo divulgatore: "ludendo docere", un motto che viene richiamato spesso da Piero Angela, divertire, anche mentre si spiegano questioni complesse, non vuol dire sminuire i contenuti o se stessi, perché uno dei motivi per cui la Scienza è diventata estranea alla società si deve anche ad un approccio alla comunicazione troppo chiuso e complesso, derivato da una concezione un po' elitaria del ruolo dell'Accademia. Si deve anche a questo la diffidenza verso la Scienza e il pensiero il pensiero razionale, fatto che in un paese come l'Italia, che Piero definisce un paese emotivo in cerca sempre di soluzioni semplici a problemi complessi, genera la diffusione di false convinzioni, spianando la strada ad imbonitori e demagoghi, che spesso ci portano fuori rotta, con esiti fallimentari per il paese.
Angela si rende conto che oggi la tecnologia corre più della nostra comprensione della stessa, per questo la usiamo senza cognizione di causa. Per questo ci serve una "filosofia della tecnologia", che ci aiuti a rapportarci intelligentemente con le potenzialità che la tecnica ci offre. E ci serve anche uno studio sulle neuroscienze, che ci aiuti a capire come funziona il nostro cervello, che può essere la chiave del nostro successo, ma anche del nostro fallimento.
La legge di gravità non si può abolirla (ecco il senso dell'affermazione che la Scienza non è democratica), ma se l'uomo la capisce, può imparare a volare. E se uno prende le supposte per bocca, non può lamentarsi se non fanno effetto, sono immagini piuttosto chiare con cui Piero esplica il concetto.
A mio avviso è un libro a "10 cose che ho imparato", libro precedente a questo di Angela, andrebbe fatto leggere alle superiori e andrebbero letti da molti adulti. Infatti, nel testo si spiega l'importanza di continuare sempre a studiare, di coltivare la propria curiosità ad ogni età, è una cosa che nel mio piccolo cerco di fare.
Il libro si chiude con un concetto inaspettato, che non svelo, ma che dimostra come la razionalità non è cinismo o freddezza anzi. Il meglio della natura umana si manifesta quanto libera la sua innata curiosità e impara a collaborare se stessa.
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