domenica 14 maggio 2023

Rabdomanzia portami via

    Il grande Filippo Turati diceva che le Libertà sono tutte solidali, non si può offenderne una senza offenderle tutte. In questo modo denunciava l'incipiente deriva autoritaria dell'Italia, evidenziando come la lesione di taluni diritti, ancorché riguardassero solo dei gruppi sociali ben definiti, fosse un segnale precursore dello smantellamento complessivo dello Stato di Diritto. Anche oggi dobbiamo essere consapevoli del fatto che tollerare l'attacco a un determinato Diritto fondamentale, quandanche non sia di nostro diretto interesse, apre la porta ad una progressiva erosione delle Liberta collettive, e quindi, prima o poi ne verremmo comunque coinvolti. 
    Lo stesso vale per la Libertà Scientifica e per i suoi principi fondamentali, basati sull'oggettività ed il pensiero razionale. Alla Turati potremmo dire che le Scienze sono tutte solidali, non se offende una senza offenderle tutte. Ecco perché, nel mio piccolo, cerco di evidenziare l'inconsistenza e financo la nocività della diffusione di pseudoscienze in ambito medico, come l'omeopatia, i deliri no vax, la disinformazione sui vaccini, il sostegno alle cure miracolose (Stamina, Di Bella...) che tali non sono affatto, oppure delle campagne di mala informazione sulle biotecnologie in ambito agrotecnico, al sostegno a pratiche esoteriche come il biodinamico, alle campagne sul "naturale" che alla fine in realtà portano solo a pratiche inconcludenti.  
    Mi ci spendo perché ho la consapevolezza che tollerare che circolino, significa sminuire e mistificare la Scienza Medica, piuttosto che la Biologia e le Scienze Agrotecniche, e prima o poi questo porterà a fare altrettanto con le Scienze della Terra. Ed infatti così accade. Pensiamo ai Terrapiattisti, ai Negazionisti Climatici (sebbene è noto che sulla transizione energetica io abbia posizioni non esattamente in linea con il mainstream ambientalista - non significa che non sia consapevole dell'azione antropica sull'Ambiente a scala globale - anzi proprio per questo vorrei che si facesse meno retorica e più pragmatica) e pensiamo anche ai No Siccità, quelli che (guarda caso spesso sono gli stessi dei giri no vax) che credono ad un complotto sull'acqua. 
    Ed alla fine arrivano i RABDOMANTI e qui vorrei dedicarci qualche parola. Ormai i media da mesi cercano di rendere consapevole l'opinione pubblica del problema della siccità che ormai da tre anni con intensità crescente riguarda l'Europa è particolarmente l'Italia, dove il fenomeno è particolarmente problematico per i nostri elevati consumi, gli sprechi e la nostra abitudine ad avere sempre acqua a volontà. Le istituzioni cercano di correre ai ripari con piani infrastrutturali che consentano nel contempo di immagazzinare acqua che gestire gli eventi di piovosità intensa (altro aspetto ormai peculiare nel nostro meteo), si inizia finalmente a mettere mano alle reti, si cerca di implementare depurazione e riuso, si parla di buone pratiche per ridurre i consumi. Ovviamente siamo in affatto perché sono tutte cose che si sarebbe dovuto avere la lungimiranza di fare prima. Come sempre, però, le cose che richiedono impegno prolungato e non sono particolarmente eclatanti in questo paese non hanno molta considerazione. Ci si ricorda poi solo ora dell'importanza della tutela e buona gestione della risorsa idrica sotterranea.
E qui arrivano le italiche "sorprese". In queste settimane sui media vari si susseguono con una certa frequenza le apparizioni dei rabdomanti, che ovviamente acquistano seguito sui social. I quali, presentati come professionisti del settore, sarebbero ben più utili dei modesti e inadeguati idrogeologi, che non sanno captare tutte le "energie" dell'acqua. Addirittura, quando un gruppo di ricerca costruisce un drone, in grado di eseguire rilievi aerei utili ad individuare falde acquifere accessibili, i media non trovano di meglio che chiamarlo "rabodmante elettronico". Li mortacci, verrebbe da dire. Tale è la credibilità che questi "professionisti" ottengono con questa visibilità che persino Enti Istituzionali si rivolgono a loro. A nulla valgono le reprimende che giustamente sono partiti da Accademia e Ordini Professionali, molto spesso gli organi di informazione creano artatamente una contrapposizione, dove questi ultimi sono rappresentanti solo come degli organi che difendono interessi di bottega a fronte dei sensibili ed eroici Rabdomanti che, animati da filantropico spirito, che voglio solo aiutare gli assetati. 
Ora non starò qui a spiegare perché la Rabdomanzia sia una pratica infondata, basata su superstizione, creduloneria e ciarlataneria scientifica, mi limito a lasciarvi un testo per informarvi. Mi limito a ricordare che tutti i test scientifici seri a cui si è sottoposta la pratica sono miseramente falliti.


Voglio però dire a tutti i compagni Geologi, ed in Generale ai vari studiosi e tecnici delle discipline delle Scienze della Terra, che non basta il comunicato stampa, o il commento sui social. Enti pubblici che buttano soldi pubblici in queste pratiche, vanno denunciati alla corte dei conti, alle Autorità competenti ed esposti al pubblico ludibrio, e vanno incalzate anche le forze politiche su queste questioni. Non si può stare zitti o usare troppe cortesie. Questi Enti finanziando tali pratiche - così come certi Istituti che sono arrivati addirittura a farci corsi - stanno di fatto RUBANDO soldi pubblici, che potrebbero essere usati per la manutenzione del territorio, la tutela della risorsa idrica, la formazione, il finanziamento della ricerca insomma, quello che davvero ha un'utilità.
E' un'azione necessaria, anche se mi rendo conto non necessariamente popolare. Troppo spesso la paura della contestazione, la paura di essere tacciati come censori di una mal intensa "libertà d'espressione e opinione" o di avere scarsa empatia, frena l'intervento razionale nel dibattito pubblico, lasciando campo libero ai vari propalatori di dottrine antiscientifiche, che spesso sono mossi da motivi piuttosto vili più che da filantropia e connessione con le energie dell'universo. Vanno smascherati e con loro le Istituzioni che fanno il loro dovere. Se non vogliamo trovarci in un futuro alla IDIOCRACY, quando qualcuno ci chiederà "e tu che facevi quando tutto questo è iniziato?"

(Articoli tratti dalla Stampa del 26 aprile).


 


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