mercoledì 29 giugno 2016

Verso l'Italia della differenziata. A piccoli passi.

Pubblicato il decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 26 maggio 2016 sulla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno 2016, n. 146, con il quale si da il via alle linee guida per calcolare la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Le linee sono state elaborate dal Ministero allo scopo dii uniformare il metodo di  calcolo della percentuale raccolta differenziata prodotta nei vari territori. Il che avviene attraverso una serie di raccomandazioni tecniche, che dovrebbero trovare applicazione  sull’intero territorio nazionale, al fine di rendere confrontabili, sia a livello temporale che spaziale,  i dati afferenti a diversi contesti territoriali. Questo per arginare le forti differenze di calcolo e, quindi, di valutazione sulle prestazioni dei processi di gestione urbana dei rifiuti, che nell'Italia dei mille campanili sono la regola. 
Il provvedimento introduce alcuni criteri guida, limita i CER che sono "calcolabili" nelle raccolte, fissa un criterio di calcolo per ciò che riguarda il compostaggio e affronta la questione del computo dei rifiuti spiaggiati per le località marine-lacuali. A mio avviso si va nella giusta direzione, ma timidamente, rimane ancora una forte discrezionalità regionale sul tema - non si afferma, per esempio, in modo perentorio che le Regioni debbano adeguare rapidamente le loro delibere in materia. Inoltre, non si pone ancora in maniera chiara il tema dell'"Assimilazione", ossia del processo con cui gli Enti locali possono indicare quali rifiuti di origine speciale (prodotti cioé in ambito non urbano-domestico) possa essere considerati affini agli urbani e, quindi, essere sia soggetti alle relative tariffe che computabili nel calcolo della percentuale di raccolta differenziata. Su questo c'è davvero di tutto in giro per la penisola, talvolta con esagerazioni vere e proprie. Sul tema il presente provvedimento rimanda a uno specifico, che ormai da troppo tempo staziona dal legislatore, impantanato nelle italiche contraddizioni di omogeneità-autonomia-furbizia-pragmatismo.
Infine, non si introduce ancora una valutazione nella misura delle raccolte differenziate, legate alla qualità delle medesime, ossia al corretto smistamento dei flussi inziale, per esempio attraverso campagne di monitoraggio effettuate nei centri di raccolta - trattamento, sul modello per esempio vigente in Veneto da qualche anno, e di cui si parlò qui tempo fa. Insomma l'Italia del Riciclo avanza anche normativamente, ma davvero a piccoli passi, quando dovrebbe marciare a passo di carica.

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