Con la Votazione avvenuta il 15 giugno nasce, o meglio si farebbe a dire, RINASCE il Servizio di Protezione Ambientale Nazionale. Il Senato ha, infatti, approvato il progetto di legge a prima firma di Ermete Realacci, progetto che ha coinvolto sia il PD, che i 5S, che la Sinistra qualcosa, e che dopo un lungo iter parlamentare arriva a compimento. La legge, di fatto, mette ISPRA a capo delle Agenzie Ambientali Regionali (le ARPA, istituite con la legge 61 del 1994), creando un filo diretto tra le Agenzie e il Ministero dell'Ambiente. Le Arpa rimangono organizzate su base regionale e dipendenti dalle Regioni anche per i finanziamenti, almeno in parte, ma ISPRA è investito di funzioni di coordinamento e controllo sulle attività di presidio ambientale e sopratutto dovrà predisporre i Livelli Essenziali di Prestazioni Tecniche Ambientali - LEPTA - ossia dovrà uniformare procedure, standard, controlli e metodiche delle Agenzie, troppo spesso troppo disogenee su base nazionale, ma anche intraregionale. Un po' si va verso a quel concetto di "ASL Ambientali" che avevo lanciato tempo fa. E' un fatto sicuramente positivo, poiché finalmente si protrà uniformare il controllo e la protezione ambientale su base nazionale evitando le pesanti disparità attuali, che consentono talvolta di avere, su procedimenti simili, atteggiamenti e esiti anche opposti, a tutto detrimento non solo dell'ambiente, ma anche dell'economia. Orbene è da dire, però, che
- come rileva il Sole24Ore, mancano i decreti attuativi per cui ci vorrà qualche mese e non vorremmo che la faccenda si tirasse troppo per le lunghe, lasciando la legge solo sulla carta;
- come rileva la Stampa, al Senato si è più volte ribadito che l'introduzione dei LEPTA non deve avere aggravi di costi per la finanza pubblica, ma ISPRA è già adesso sottofinanziato per ciò che fa, come si può pensare di standardizzare e potenziare su base nazionale la protezione ambientale senza adeguate risorse?
- Anche i firmatari della proposta di legge ritengono che sia con essa nato il Sistema di Protezione Ambientale Nazionale, in realtà esso esiste dal 94, quando nacque l'ANPA (Agenzia Nazionale Protezione Ambientale) divenuta poi attraverso varie peripezie ISPRA. La legge di fatto riprende quel vecchio principio, come ben spiegano gli Amici della Terra sull'Astrolabio. Fu la politica che, di fatto, disgregò quel sistema, creando la frammentarietà e contradditorietà odierna, cui la nuova legge vorrebbe porre fine. Speriamo che la storia non si ripeta e sia la volta buona.
- Da segnalare che tra i compiti affidati a ISPRA mancano quelli legati alla radioprotezione, che rimangono ancora separati e in una logica di razzionalizzazione non mi pare il massimo.
- Di positivo è che il coordinamento tra ISPRA e ENEA dovrà necessariamente aumentare.
L'omogeinizzazione e la standardizzazione - al rialzo, in teoria - dei livelli tecnici del controllo ambientale è un obbiettivo importante e che andrebbe raggiunto in fretta, questo impone anche di garantire tra le Agenzie le medesime disponibilità finanziarie - cosa che è ancora legata alle Regioni - e le medesime dotazioni tecnico-strumentali, nonché i medesimi investimenti su formazione e addestramento del personale,magari anche con possibilità di interscambio per "esportare" le esperienze virtuose che pur ci sono nelle varie ARPE. L'ISPRA in ottica LEPTA e di SNPA può davvero diventare uno strumento di contemporanea produzione di conoscenza scientifica e di applicazione tecnica operativa. Per far ciò ci vogliono leggi chiare, personale formato, direzione pragmatica, risorse e controllo di gestione. E nella standardizzazione, sarebbe opportuno cercare di elaborare delle linee guida che fossero omogenee a linee europee, ossia, a mio avviso, l'elaborazione dei LEPTA, dovrebbe avvenire cercando di gettare delle basi ulteriori per standard europei di protezione ambientale.
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