Termovalorizzatore a Brescia |
Quello degli inceneritori in questo paese, è uno dei tanti temi, è il caso di dirlo, davvero scottanti. Quando qualcuno prova a parlare di un impianto di tale tipo, non riesce nemmeno a finire la frase, venendo immediatamente tacciato di ogni nefandezza, contro Dio, la Natura, la Salute, l'Ambiente, la Società. E ovviamente l'accusa più pesante, l'Incenerimento è CONTRO il riciclo. Orbene, ragioniamoci. Se guardiamo ai dati dei paesi che tutti additano come i più "avanti" nella gestione dei rifiuti, Germania, Austria, Paesi Scandinavi, Olanda e Svizzera, si nota il drastico calo del ricorso alla discarica, percentuali di recupero materia tra il 30 e il 50% e il resto a termodistruzione. Sembra proprio che il riciclaggio e la raccolta differenziata non siano incompatibili con il recupero energetico, ma forse complementari. Per avere un po' di numeri date un occhio agli atti della conferenza "Chiudere il Cerchio", promossa dagli Amici della Terra in ottobre di quest'anno. Questo perché il primo obbiettivo è l'abbandono della discarica. La discarica è il vero problema, fare discariche vuol dire consumare territorio, che non potrò più recuperare per decenni, con costi sociali e ambientali, oltre al fatto che lo dovrò monitorare a lungo. E' questo il primo target che si sono dati i paesi europei, con strategie varie, lavorando ad avere sistemi di gestione rifiuti, magari poco romantici, ma certo pragmatici ed efficaci, basati su logiche industriali ed economie di scala, non sul campanilsmo o su un certo ambientalismo pauperista che scarica sulla società i costi delle proprie tare ideologiche. Ecco perché non sono tra quelli che si strappano i capelli sull'articolo 35 dello "Sblocca Italia". I soliti guaiscono che tale decreto sia un regalo alle camorre e una jattura per i territori e già gli amministratori del nord alzano le barricate. Il decreto elimina le restrizioni tra le regioni per la gestione dei rifiuti urbani e speciali che queste non siano in grado di trattare, richiedendo che gli inceneritori esistenti vadano a pieno regime. Questo per ridurre i rifiuti esportati all'estero, con costi che paga tutto il paese, e ridurre le sanzioni che regolarmente ci commina l'Europa per non aver ancora provveduto a costruire un sistema su tutto il territorio di gestione programmata dei rifiuti, non ché aver fatto decisi passi verso l'abbandono della discarica (che l'Italia usa ancora per oltre il 45% dei rifiuti prodotti, contro il 3-4% dei paesi prima citati). Evitando le discariche si evitano anche le camorre varie. Garantito. Con tale misura, inoltre, si abbattono i costi degli impianti in esercizio. Certo la cosa va affinata, vanno premiati i territori che non devono ricorre a tale misure - magari con sgravami sulla tassazione dei rifiuti - e sanzionati quelli che vi ricorrono, magari ribaltandogli le tasse sui rifiuti dei territori che sono stati più lungimiranti, in tal senso vi invito a leggere questo articolo del prof. Massarutto circa L'utilizzo di un meccanismo tariffario per mettere in moto dei circuiti "virtuosi" di incremento delle differenziate sia laddove esse sono già mature, che dove languono. Sono fortemente convinto che se ci dotiamo di un sistema industriale integrato, dove anche i trattamenti termici servono (non occorrono tanti forni, ma solo i necessari e va potenziata la produzione di CSS) e non poco, ambientalmente controllato ed economicamente sostenibile, allora potremmo avere benefici per l'intero paese. In questa fase i campanilismi non servono, ma serie prese di reponsabilità sì.
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