Riporto un articolo del Sole 24 ore di qualche giorno fa, che ben sintetizza l'urgenza della questione siccità e la necessità di non procrastinare ulteriormente pianificazioni e interventi. A più livelli. Perché mai come in questo caso, una dinamica ambientale critica, può metterne in moto di ben più tumultuose di sociali (P.F.)
La siccità, è ora di accorgersene
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È passata un po’ in secondo piano, in
questa nostra contemporaneità annichilita dallo spirito della guerra e
dal terremoto, quando non dalle ben più misere baruffe chiozzotte della
politica politicante. Ma il tema della siccità è ormai parte del nostro quotidiano. E il
presidente dell’associazione dei consorzi di gestione, Francesco
Vincenzi, ha dato un allerta eloquente: 3,5 milioni di persone non
possono dare per scontato che l'acqua esca dai rubinetti di casa loro. Fino al 15% degli italiani vive in zone a rischio di siccità grave. Non piove, non c’è neve, non ci sono riserve sufficienti. Ci vorrebbero
50 giorni di pioggia ininterrotta per colmare il divario ci dicono i
meteorologi. È un problema per l’agricoltura naturalmente che perde fatturato (fino a una
decina di miliardi ad oggi) e vede azzerata l’efficacia di una rete di
irrigazione che nella Pianura padana era un gioiello; è un problema per
gli allevamenti; è un problema per l'energia idroelettrica che si blocca
(e oggi copre il 20% del fabbisogno energetico italiano). Il Governo annuncia di voler mettere a punto un piano d’azione. Ed è bene
che parta con l’affrontare lo scandalo delle infrastrutture che in Italia
disperdono più del 40% dell'acqua che dovrebbero convogliare. Per vetustà
degli acquedotti, ma anche per dolo, perché dove è bene scarso l’acqua è
fonte di ricavo per la solita criminalità organizzata. L'importante è che il tema diventi una vera priorità. Italiana e
internazionale: nel medio periodo le aree desertificate sono destinate a
espandersi. È inevitabile immaginare un crescendo di esodi biblici di
disperati assetati. E non sarà certo un decreto sulle Ong a fermarli.
di
Alberto Orioli
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Il Sole 24 Ore
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