martedì 4 ottobre 2022

Non siamo un paese per minatori. O forse no?

Siamo abituati a raccontare il nostro paese  come povero di materie prime e dai giacimenti esauriti o con scarsa attività estrattiva, raccontata come ormai retaggio del passato. Anche l'estrazione degli idrocarburi è vista come un'attività irrilevante se non deplorevole da molte parti della nostra società. Le ultime miniere sarde sono chiuse da tempo e le storie di giacimenti metalliferi sono materia d'archeologia o comunque degli storici. 

I giacimenti minerari in Italia non è che manchino completamente, ma spesso si trovano in configurazioni, o in dimensioni che li rendono scarsamente convenienti. O almeno così era fino a qualche "giorno" fa.  La transizione ecologica, con la corsa alle rinnovabili e all' "elettrificazione" ha scatenato una fame di molti elementi e ciò che prima poteva sembrare un osso da rosicchiare a malapena, oggi diventa boccone appetibile. Basti pensare al caso del Litio (Li) i cui usi principali fino a qualche anno fa si limitavano a vernici, antidepressivi, lubrificanti. Il ricorso a larga scala delle batterie al Litio, in un sacco di applicazioni lo ha reso richiestissimo con una previsione di sestuplicare i fabbisogni  da qui al 2030 arrivando a necessitarne 1.8 milioni di tonnellate. Ottimizzazioni e riciclo non consentiranno di ovviare a questo dato in modo significativo, per cui l'estrazione è quanto mai necessaria. Situazioni analoghe si hanno per le Terre Rare, il Cobalto, come già scritto altre volte. Un'articolo di alcuni ricercatori dei dipartimenti di Geoscienze di Pisa e Firenze compie una interessante ricognizione sulle potenzialità del nostro paese relativamente all'estrazione di Litio. Cogliamo l'occasione per ragionare sul tema e per arrivare ad una riflessione che riguarda la Geologia Italiana, intesa come comunità tecnico scientifica.

Ad oggi sono due le principali tipologie di riserve che coprono la richiesta mondiale di Li:

- le "brine" che soddisfano il 60% della produzione mondiale, che corrispondono a bacini evaporitici, ossia siti in cui durante la storia geologica si sono avuti eventi siccitosi che hanno permesso la precipitazione di sali di Litio (processo similare a quello che porta a produrre la salgemma nelle saline), i più importanti sono in Cile, ma ne troviamo praticamente lungo tutta la costa pacifica americana;

- le "pegmatiti" che sono rocce magmatiche intrusive, ossia che non escono a "giorno" e che corrispondono alla fase finale della solidificazione di magmi granitoidi (cioé che danno origine a rocce ricche in feldspati, quarzo, plagioclasio, miche etc) in cui spesso si hanno abbondanti presenze di minerali quali lo spodumene (un pirosseno) o la lepidolite (mica) ricchi in Litio. Queste si trovano in U.S.A., Brasile, Australia e Africa.

Un caso interessante è la miniera di Jador in Serbia, che oggi produce il 10% del richiesta mondiale di Litio e che è costituita da un giacimento di Jadorite, un minerale borosolicato derivante da alterazione idrotermale (risalita acque calde da circuiti magmatici sotterranei) di argille vulcaniche.

In Europa le "brine" non sono particolarmente estese, mentre lo sono le pegmatiti che troviamo in Galizia (non a caso sito di grande interesse nella strategia europea di approvvigionamento di Litio), Francia, Ucraina, in corrispondenza delle intrusioni magmatiche che si sono generate durante l'orogenesi ercinica-varisica, avvenuta nel Carbonifero (350-300 milioni di anni fa), in cui i paleocontinenti di Gondwana e Laurasia collisero generando le catene più antiche dell'Europa. 

In Italia le pegmatiti ci sono, ma non sono sempre in posizione utile potremmo dire. Gli affioramenti paleozoici non sono molti. Ne abbiamo in Sardegna, isola d'Elba e Calabria, con concentrazioni di Li variabili, si hanno presenze associate con i terreni austroalpini in alcuni tratti delle Alpi e in corrispondenza di metamorfiti permiane. In Alto Adige esiste una concentrazione di minerali simil Jaderite che meriterebbe approfondimento. 

Molto interesse però destano siti dislocati lungo la catena appenninica.

Larderello noto per i campi geotermici, i Campi Flegrei, i Colli Romani, l'Appenino settentrionale nelle zone di sfruttamento idrocarburi. In queste zone abbiamo circuiti idrotermali ad alto o a bassa entalpia che attraversano terreni paleozoici, talora evaporiti, producendo brine ad alto contenuto in Litio. Spesso si ha anche un elevato rapporto Mg (magnesio)/Litio, il che rende problematica l'estrazione di quest'ultimo, quindi l'apprezzabilità di questa fonte potenziale dipende anche dal rapporto Mg/Li. 

Siamo, quindi, ad una fase di conoscenze ancora sommaria, ma gli elementi per approfondire e le potenzialità di fonti accessibili ci sono tutte.

Perché porsi questa questione della reperibilità di Litio in Italia? Il nostro paese si sta avviando a diventare un grande produttore di batterie al Litio. Capite bene che poter contare "anche" su approvvigionamento "casalingo" riduce costi e impatti. Ovviamente l'attività estrattiva non è indolore e va gestita con grande attenzione alla "sostenibilità" e compatibilità che devono essere pratiche e non enunciazioni. L'estrazione del litio in sudamerica ha impatti ambientali pesanti e le condizioni dei lavoratori sono di fatto schiavistiche. La rivoluzione verde non si può fare sulla pelle dei paesi poveri, altrimenti, col capitalismo del fossile non c'è grande differenza. Anzi sarebbe un peggioramento, visto che le estrazioni di idrocarburi si sono "umanizzate" significativamente rispetto agli inizi.

E qui arriviamo finalmente a noi Geologi. Che troppo spesso ci raccontiamo come irrilevanti o sulla via del tramonto. La decarbonizzazione dell'economia, la transizione energetica dal fossile alle rinnovabili se non vogliamo siano solo slogan per concretizzarsi richiedono comunque l'attingimento di risorse naturali. Certo questo va fatto in modo controllato e il più possibile sostenibile, vanno efficentati i processi e massimizato il recupero, ridotto lo spreco, ma il ricorso a risorse naturali è e resterà ineludibile. Così come la necessità di perseguire il più possibile, la massima prossimità praticabile tra materie prime e utilizzazione. L'Italia vuole  essere soggetto forte nella produzione di batterie e per questo le serve Litio. Possibilmente Europeo. Meglio se anche un po' tricolore. Serve pertanto recuperare vecchie professionalità accademiche oggi desuete, serve aprirsi a nuove necessità di approfondimento tecnico e scientifico. Serve riprendere attività di prospezione in Italia in modo innovativo e attento, serve una nuova fase della Geologia mineraria in questo paese e la riscoperta della Geologia Economica. Serve che l'accademia ne sia consapevole, come la comunità professionale dei Geologi. Serve esserci perché i campi sono quelli nostri e se vogliamo che questa cosa sia fatta bene e non sia l'alba di una nuova economia di depauperamento dell'Ambiente dobbiamo esserci. Da protagonisti.


Bibliografia

Minerals | Free Full-Text | Lithium Occurrence in Italy—An Overview (mdpi.com)


1 commento:

  1. Quando si dice la tempestività... Energia: litio nel Lazio, ricerca si estende a Roma e Anguillara

    Determina Regione rilascia permesso alla stessa società autorizzata per Cesano e Campagnano

    Roma, 20 ott. (Adnkronos) - Anche Anguilla Sabazia e Roma diventano terreno di ricerca di litio nel Lazio. La Regione, infatti, con una determina del 7 ottobre scorso, ha rilasciato il permesso di ricerca per il litio denominato "Galeria" su 1.148 ettari tra i Comuni di Anguillara e Roma alla Energia Minerals, la società italiana con sede legale a Milano già titolare delle autorizzazioni per Cesano e Campagnano.

    Il permesso di ricerca, a quanto si legge nella determina, esclude la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Il progetto dovrà essere attuato sulla base della Relazione Geologica e del programma lavori presentato e non dovrà prevedere l'utilizzo di "nessuna tecnica di esplorazione invasiva". Dal permesso sono escluse le aree destinate dal Piano regolatore di Roma Capitale a residenziale e a infrastrutture tecnologiche, quelle comprese nella rete ecologica e nel reticolo idrografico, o inserite in carta per la qualità, le aree perimetrate quale centro abitato e quelle del centro ricerca EneaCasaccia (deposito di scorie radioattive). Inoltre sono escluse le aree destinate dal Prg del Comune di Anguillara Sabazia a residenziale, servizi, commerciale, le aree di recupero urbano e le aree adibite a viabilità e trasporti (sia esistenti che di progetto), con la relativa fascia di rispetto.

    In caso di esito positivo delle indagini, "la prevista successiva fase consistente in ulteriori attività di ricerca, tra cui l'uso di tecnologia aerotrasportata Lidar, dovrà essere sottoposta ad una nuova procedura di Verifica di assoggettabilità a VIA", precisa la determina, che impegna la società "a munirsi di ogni altra autorizzazione degli Enti preposti alla tutela e salvaguardia di eventuali valori protetti"; a "relazionare alla Regione Lazio - Direzione Ciclo dei Rifiuti-Area Attività estrattive, ogni sei mesi e a conclusione del progetto di ricerca, sull'andamento dei lavori e dei risultati ottenuti; ad attenersi alle prescrizioni che venissero comunque impartite dalla Regione Lazio", nonché "a munirsi delle eventuali autorizzazioni prescritte a tutela dell'ambiente; a corrispondere alla Regione Lazio la tassa di concessione regionale di euro 81,99 e il diritto proporzionale annuo anticipato pari ad euro 6,52 euro per ettaro pari a 7.884,96 euro come previsto per i permessi di ricerca minerari e fissato per l'annualità 2022".

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