Tra le branche poco note della Geologia, almeno in Italia, merita sicuramente un accenno la Geologia Agraria. Di corsi universitari me ne risulta solo uno, a Udine, il cui programma sembra più da Geologia Generale per Agrari, mentre i testi sono rari, ve n'é uno del 1905 del Vinassa de Regny, e uno degli anni '90 del Geologo Scaglioni, ormai esauriti. Qui sopra trovate un estratto della monumentale opera "Geologia Applicata all'Ingegneria" (oltre 1000 pagine) del mitico Ardito Desio, in cui vi è, ad avviso di chi scrive, una precisa definizione di cosa sia questa materia. L'attività agricola ha ovvie interconnessione con elementi geologici:
- il suolo, indispensabile per l'attività, un'agricoltura che non sia attenta alla risorsa suolo, può inevitabilmente depauperarla, favorendo l'erosione o la contaminazione da nitrati e solfati, o precessi di calcinazione, oppure altri inquinamenti derivati dall'uso di agrofarmaci.
- l'acqua, l'agricoltura e l'agrozootecnia sono tra i principali attori nel consumo di questa risorsa, che se ne va sia per irrigazione, che per processi di contaminazione, come quelli sopra elencati, la scelta di una coltura rispetto a un'altra non è secondaria, poiché per esempio le rese e le necessità idriche variano non poco.
- il paesaggio e l'irregimazione delle acque, l'agricoltura è legata anche a riassetti del territorio, con bonfiche e irregimazioni, che se non governati adeguatamente posso portare a incrementi del rischio idraulico e del dissesto idrogeologico, con riduzione degli alvei o interferenze con le dinamiche di falda.
Basti pensare che a livello mondiale l'agricoltura è responsabile del 70% del consumo di acqua dolce disponibile (dato destinato a crescere - la FAO stima che il fabbisogno dei paese emergenti crescerà del 20% entro il 2030) e che il 40% dell'inquinamento delle riserve idriche deriva dall'attività agrotecniche. E vi è un ovvio impatto col clima, in termini di emissione di C02, si pensi che 14,5% (FAO 2013) del totale annuo da attività umane, deriva dalle attività agro e zootecniche. L'agricoltura è fondamentale per il sostentamento della popolazione e, quindi, i suoi impatti e la sua efficienza pesano non poco nella sostenibilità o meno della presenza umana sul pianeta. Per cui quali strategie, quali politiche, quali soluzioni tecniche segua l'economia agricola sono aspetti di primaria importanza in un ottica di sviluppo ecosostenibile.
Molti sono i Geologi che operano in questi ambiti, e per lo più sono tutti autodidatti, fondendo le proprie nozioni di Geologia con conoscenze Agrarie e Forestali, in questo senso un agrario o forestale è avvantaggiato, poiché nei loro percorsi di studio trovano possibilità di frequentare corsi in ambito geologico, cosa che non avviene nel senso opposto per uno studente di Scienze Geologiche, mentre la possibilità sarebbe utile e fruttuosa, specie per chi, poi, si trovi a operare in regioni a forte vocazione agricola, come il Veneto da cui si sta scrivendo e più in generale il nordest. Insomma, magari rivedere un po' i piani di studio...
(i dati citati provengono da "CIBO - La Sfida Globale, P. De Castro, Donzelli Editore, 2015)
- il suolo, indispensabile per l'attività, un'agricoltura che non sia attenta alla risorsa suolo, può inevitabilmente depauperarla, favorendo l'erosione o la contaminazione da nitrati e solfati, o precessi di calcinazione, oppure altri inquinamenti derivati dall'uso di agrofarmaci.
- l'acqua, l'agricoltura e l'agrozootecnia sono tra i principali attori nel consumo di questa risorsa, che se ne va sia per irrigazione, che per processi di contaminazione, come quelli sopra elencati, la scelta di una coltura rispetto a un'altra non è secondaria, poiché per esempio le rese e le necessità idriche variano non poco.
- il paesaggio e l'irregimazione delle acque, l'agricoltura è legata anche a riassetti del territorio, con bonfiche e irregimazioni, che se non governati adeguatamente posso portare a incrementi del rischio idraulico e del dissesto idrogeologico, con riduzione degli alvei o interferenze con le dinamiche di falda.
Basti pensare che a livello mondiale l'agricoltura è responsabile del 70% del consumo di acqua dolce disponibile (dato destinato a crescere - la FAO stima che il fabbisogno dei paese emergenti crescerà del 20% entro il 2030) e che il 40% dell'inquinamento delle riserve idriche deriva dall'attività agrotecniche. E vi è un ovvio impatto col clima, in termini di emissione di C02, si pensi che 14,5% (FAO 2013) del totale annuo da attività umane, deriva dalle attività agro e zootecniche. L'agricoltura è fondamentale per il sostentamento della popolazione e, quindi, i suoi impatti e la sua efficienza pesano non poco nella sostenibilità o meno della presenza umana sul pianeta. Per cui quali strategie, quali politiche, quali soluzioni tecniche segua l'economia agricola sono aspetti di primaria importanza in un ottica di sviluppo ecosostenibile.
Molti sono i Geologi che operano in questi ambiti, e per lo più sono tutti autodidatti, fondendo le proprie nozioni di Geologia con conoscenze Agrarie e Forestali, in questo senso un agrario o forestale è avvantaggiato, poiché nei loro percorsi di studio trovano possibilità di frequentare corsi in ambito geologico, cosa che non avviene nel senso opposto per uno studente di Scienze Geologiche, mentre la possibilità sarebbe utile e fruttuosa, specie per chi, poi, si trovi a operare in regioni a forte vocazione agricola, come il Veneto da cui si sta scrivendo e più in generale il nordest. Insomma, magari rivedere un po' i piani di studio...
(i dati citati provengono da "CIBO - La Sfida Globale, P. De Castro, Donzelli Editore, 2015)