Con la pubblicazione sul Bollettino Regionale, diventa efficace la DGR 288 dell'11 marzo 2014. La Regione Veneto mette finalmente mano, dopo una lunga gestazione, alle modalità di calcolo delle rese delle raccolte differenziata. Atto con luci e ombre, almeno a mio avviso. Di positivo c'è che finalmente viene valutata la raccolta differenziata al "netto" degli scarti ovverosia, saranno detratte dalle varie frazioni raccolte, le frazioni improprie, tipo quello che non è carta nelle raccolta carta, ciò che non è vetro nelle raccolte vetro, quello che non è multimateriale nelle raccolte miste e così via. Il livello di frazione estranea è stabilito forfettariamente per le varie tipologie di raccolta - credo che su questo la Regione si sia avvalsa di dati dell'Osservatorio Regionale Rifiuti, che avrà ricavato dei valori con proprie campagne di monitoraggio. E' anche introdotta la facoltà delle Amministrazioni Locali e dei soggetti da esse delegati, di dimostrare di avere frazioni estranee più basse tramite certificazioni analitiche fornite dagli impianti di destino. Questo indubbiamente valorizza il lavoro di monitoraggio e controllo degli impianti destinatari e li responsabilizza nella fornitura del dato. L'introduzione della valutazione al netto delle raccolte è un elemento atteso da tempo, e probabilmente disvelerà non pochi "sepolcri imbiancati", ovverosia molti di quei territorio che fin oggi si fregiavano di essere ricicloni, ma che lo erano solo nelle apparenz,e raccogliendo molto sì, ma di qualità pessima, con rese al recupero finali ben al di sotto delle aspettative. In questo modo, finalmente, si sdogana il principio sacrosanto, che nel sistema di raccolte differenziate, il cittadino è parte importante, ma lo sono anche gli impianti e al di là di prosopopee e ambientalismo chiacchierone, solo un sistema integrato può portare a buone prestazioni di effettivo riciclo.
Non mi è chiarissimo come gli impianti trasmetteranno i dati in loro possesso, ossia se ci troveremo ad ulteriori adempienti burocratici in un settore che ne ha già una pletora (tutti nel nome della tracciabilità, trasparenza e controllo). Viene, poi, introdotto un correttivo sugli abitanti equivalenti, parametro che fa parte del calcolo delle differenziate, per i comuni a elevato flusso turistico, doveroso, anche per rendere merito allo sforzo talora davvero improbo che questi fanno, assieme agli enti gestori, per perlomeno cercare di avvicinarsi agli obbiettivi di legge sulla differenziazione. Punti poco felici sono:
- l'uso non sempre lineare dei termini - si parla per esempio dei "rifiuti particolari" riferendosi ai rifiuti pericolosi urbani, introducendo una dizione che nella normativa non esiste, cosa che non è da sottovalutare in un campo come quello dei rifiuti dove i termini e le parole pesano e non poco.
- l'esclusione del calcolo nelle frazioni differenziate degli inerti, compresi quelli che i cittadini portano agli ecocentri, ora capisco che non si voglia usare gli inerti per "drogare" il dato delle differenziate come avviene in taluni paesi nordeuropei, ma non considerare il "peso" del portato dei cittadini agli ecocentri, mi pare un controsenso e non vorrei fosse un ulteriore incentivo al già tristissimo fenomeno dell'abbandono di rifiuti inerti - come quelli da ristrutturazioni domestiche - in giro per il territorio.
- non viene computato il così detto "spiaggiato" ossia il rifiuto, da poco dichiarato urbano -giustamente, sempre dalla Regione - per ridurre i costi dei comuni litoranei, sempre per non danneggiare questi ultimi. Giusto, ma sarebbe ora di permettere ai vari soggetti gestori processi di trattamenti "in situ" che consentissero di sfruttare le plurime potenzialità di avvio a recupero di questo tipo di rifiuto e che oggi una visione troppo burocratica non consente con aggravi per l'erario pubblico e l'ambiente.
Nel complesso si sono fatti importanti passi avanti e solo una gestione pragmatica del tema potrà portarne altri, sperando che il tipico campanilismo veneto, quello che per esempio ha portato a diversi avanti e indré della Regione sulla ridefinizione degli ambiti di bacino dei rifiuti, con non poca confusione per gli operatori del settore, non ci metta il suo. Adesso attendiamo di leggere il Piano Regionale Rifiuti dopo le osservazioni pubbliche.