è anche quest'ultimo dell'anno è andato... al di là della tradizione della cena con parenti e nuovi amici e di canti e balli, è stata una nuova interessante occasione nel mio osservare le forme giovanili della specie umana (i bambini) tra cui ovviamente anche la mia progenie, il Neobonettus terribilis. Avete mai notato i bambini al ristorante? Superati i primi trenta minuti di pazienza, non li tieni più alla sedia, se in sala c'è più di uno, lestamente si forma un unico branco spontaneo, che inizia a muoversi scomponendosi e ricomponendosi infinite volte. I moti sembrano particellari, le traiettorie caotiche, la velocità pure. Come diavolo fanno i bambini a orientarsi in una selva di gambe adulte, tavoli, sedie e camerieri indaffarati? Se notate, non guardano dove vanno, vanno e basta, sgusciano in pertugi che si aprono nella mischia per frazioni di secondo, come riuscissero a percepirne la formazione. Eppure riescono a schivare praticamente ogni ostacolo, a volto con una frazione minima prima dell'impatto, riescono a modificare la loro forma solida per sgusciare entro la massa adulta, per ricongiungersi al branco, sanno comparirti all'improvviso, come se fossero usciti da una crepa della spazio tempo. Ora, escludo che si orientino grazie a sensori tipo le ampolle del Lorenzini, che sono dotazione degli squali, in quando da attenta disamina di diversi esemplari, posso assicurare che i bambini umani non li abbiano, il meccanismo potrebbe essere sonoro, modello pipistrello, il che con le capacità dei bimbi di cacciare vocalizzi a frequenze inaudite potrebbe essere plausibile, oppure magnetico, modello piccioni, per verificare questa seconda ipotesi sto costruendo un apparato apposito per verificarlo al prossimo pranzo. Nel loro muoversi vi è indubbiamente molta fisica quantistica, siamo più prossimi alle proprietà delle particelle elementari che non alla fisica classica. Dovrò ripassare le mie nozioni, per esplorare questo fenomeno.